Messina – Montevergine, festeggiata S. Eustochia Smeralda cui la città si affida. Lampada votiva e olio offerti dai sindaci

Redazione1
di Redazione1 Gennaio 23, 2020 17:46

Messina – Montevergine, festeggiata S. Eustochia Smeralda cui la città si affida. Lampada votiva e olio offerti dai sindaci

Storia, tradizione, profonda testimonianza di devozione e di fede, si sono intrecciati e rinnovati a Montevergine, nella solennità di un rito sacro tanto sentito dai messinesi, in occasione della celebrazione del Dies Natalis di Santa Eustochia Smeralda, copatrona della città. Una ricorrenza che da secoli si tramanda quale segno distintivo dell’identità religiosa e culturale di Messina che, ancora una volta, ha voluto rendere omaggio all’umile clarissa messinese, e grande mistica francescana, proclamata santa nella nostra città da Giovanni Paolo II l’11 giugno 1988. Il report della solenne celebrazione è di Rachele Gerace, da Gazzetta del Sud.

Un giorno importante per la chiesa messinese e per la città tutta che, a testimonianza dell’attaccamento alla storia e alla tradizione, ha rinnovato l’omaggio a S. Eustochia Smeralda Calafato “madre di vocazioni alla vita consacrata, in ascolto dell’uomo del suo tempo, donna di speranza, carità e pace, di servizio umile e generoso, attenta ai poveri, gli ammalati e gli emarginati, premurosa con i bisognosi”.

Una festa grande quella di ieri pomeriggio in occasione del 535mo “dies natalis”, condivisa dall’abbadessa suor Agnese Pavone e la comunità delle clarisse con i fedeli devoti e la cittadinanza tutta “in un contesto di semplice spiritualità”. La solenne celebrazione che, al Monastero di Montevergine ha radunato attorno all’arcivescovo mons. Giovanni Accolla il Prefetto, il Primo cittadino di Messina e quelli di alcuni comuni della Citta Metropolitana, le autorità civili, militari e accademiche, i rappresentanti delle arciconfraternite e degli ordini equestri e i volontari del Nucleo diocesano di Protezione civile, è stata “espressione rinnovata di fede e attaccamento a colei che, abbadessa per sempre, continua attraverso il suo corpo incorrotto a essere presente in mezzo a noi”, come ha sottolineato il cappellano mons. Pietro Aliquò.

“Ci affidiamo alla tua preghiera per essere ‘tempo e spazio’ di crescita nella fede, nella libertà, nella giustizia e nella solidarietà; aiutaci a essere operatori di pace e speranza verso quanti faticano nella ricerca di lavoro, casa e giustizia”: queste le parole che le comunità hanno rivolto alla Santa nell’atto di affidamento pronunciato all’inizio della celebrazione.

È stato il Primo cittadino di Messina a offrire la lampada votiva alla Santa, portata all’altare assieme all’olio dai sindaci di Rodì Milici Eugenio Aliberti e Spadafora, Tania Venuto e accesa dal vice sindaco di Venetico Domenico Giusto. Il prezioso manufatto, commissionato lo scorso anno dalla Fondazione “Uberto Bonino e Maria Sofia Pulejo” in occasione del 30mo anniversario di canonizzazione della clarissa, è stato realizzato dal maestro argentiere messinese Francesco Cosio.

Un impegno silenzioso e costante quello delle religiose di Montevergine, “caratterizzato dalla preghiera silenziosa nella contemplazione”: così lo ha definito l’arcivescovo, sottolineando come la fedeltà delle clarisse a Eustochia è “un rinnovato segno profetico per la città di Messina che ha bisogno di rifondarsi guardando a lei e agli altri santi che, donandosi al Signore e ai fratelli, hanno incarnato l’annuncio del Vangelo”. Il presule ha poi richiamato il bisogno di vivere nella quotidianità l’esperienza del silenzio che “non è assenza di suoni, ma opportunità di ascolto orientata alla scoperta dell’altro”.

L’animazione liturgica del rito, coordinato dal prof. Antonino Barbera e dalla presidente dell’associazione “S. Eustochia” Rosa Gazzara, concelebrato fra gli altri da mons. Aliquò, è stata affidata ai giovani del Seminario e alla corale “Eugenio Arena” diretta dal maestro Giulio Arena. Nel pomeriggio la comunità della SS. Annunziata assieme al parroco mons. Gaetano Tripodo, ha organizzato una fiaccolata alla casa nativa della clarissa, in via Caprera (nella parte alta della vallata), che si è conclusa con un momento di preghiera e la celebrazione eucaristica.

Rachele Gerace

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di Redazione1 Gennaio 23, 2020 17:46

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