Sant’Angela Merici: anima orante, contemplativa e messaggera di pace e verità

Redazione1
di Redazione1 Gennaio 22, 2025 21:49

Sant’Angela Merici: anima orante, contemplativa e messaggera di pace e verità

La felice ricorrenza della solennità liturgica, il 27 gennaio, di Angela Merici (di cui, nel 2007, si è già celebrato il bicentenario della canonizzazione), offre l’opportunità di rivisitare la figura luminosa dell’amata “madre e maestra”, approfondendo la sua grande e mai abbastanza esplorata spiritualità. Tutte le mericiane si apprestano dunque a celebrare questo anniversario, coinvolgendo la Chiesa locale, in particolare i laici che collaborano nelle relative opere educative e assistenziali.

Consapevoli che il carisma di Angela è vivo e attuale anche nella nostra epoca complessa e travagliata, con la forza di esprimere in forme nuove nella storia di oggi la creatività dello Spirito Santo, autore e perfezionatore dei carismi nella Chiesa e per la Chiesa. “Ma perché le potenzialità del carisma mericiano, centrato sulla preghiera costante, possano germogliare e fiorire, occorre prendersi cura di approfondirne la conoscenza in modo da assimilarne la storia e la spiritualità, al fine di arricchire la propria vita e trarre la forza necessaria per affrontare da cristiani le sfide dell’oggi.

Angela è inoltre la più conosciuta e forse la più grande di una schiera di donne che, nel primo Cinquecento, ebbero un certo riconoscimento per i loro intensi percorsi di vita spirituale. Per queste donne, anche viventi nel mondo, vi è tutto un fiorire di predicazioni, di produzione di testi devoti, d’indicazioni di norme di vita e di comportamento, che nei santi plasmano la loro personalità e incidono sulla loro spiritualità. La Spiritualità e l’opera mericiana risentono, senz’altro, anche di queste istanze, che tuttavia nulla tolgono alla sua originalità.

L’inizio del cammino di appropriazione credente di Angela (che nasce nell’ultimo quarto del XV secolo, probabilmente verso l’anno 1474), affonda le sue radici nell’ambiente familiare caratterizzato da forte religiosità. Successivamente, dopo la morte dei genitori ed il trasferimento da Desenzano a Salò presso gli zii materni, una significativa influenza sull’evolversi del suo itinerario spirituale proviene dall’ambiente dei Frati Minori dell’Osservanza di Salò. Qui Angela decide di farsi Terziaria Francescana per avere una guida spirituale, una regola di vita e la possibilità di accostarsi alla Comunione e alla Confessione con maggiore frequenza. Da Francesco mutuerà alcuni orientamenti di fondo che caratterizzeranno anche la sua Spiritualità.

La svolta decisiva e fondante della sua vita spirituale e umana è tuttavia ricollegabile alla esperienza di «sentirsi eletta» da Dio ad «un’impresa», che lei stessa definirà di tale importanza che non potrebbe esservene una di importanza maggiore: l’impresa di seminare piante di verginità sparse tra le spine del mondo e, nel contempo, di sentirsi eletta, Lei e le sue Figlie (lei chiama così i membri della sua istituzione), «ad essere vere e intatte spose del Figliol di Dio».

“Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Dio sceglie spesso persone prive di possibilità e mezzi di cui potersi vantare e a cui affidarsi; le chiama senza alcun loro merito e le rende – per la loro partecipazione alla passione di Cristo – forza determinante per la salvezza del mondo. Sant’Angela ebbe molto viva la consapevolezza di essere stata scelta da Dio, per sua infinita bontà, quale strumento per una grande opera, “quantunque insufficientissima ed inutilitissima serva”.

In quel periodo le donne che non si fanno religiose o non si sposano, spesso per mancanza di dote, non hanno alcun riconoscimento sociale. Angela vede che le donne, ed in particolare le ragazze povere, sono ridotte ad una condizione servile. Con la fondazione della “Compagnia di Sant’Orsola” alla donna viene riconosciuta la dignità della libera decisione di consacrarsi a Dio nel mondo, senza aver bisogno di dote e senza lasciare il proprio ambiente di vita. Nasce, con la Compagnia, un nuovo stato di vita: quello delle vergini consacrate nel mondo. Per loro Angela stabilisce una Regola e detta i Ricordi e il Testamento che raccoglie i suoi Legati spirituali.

Dalla testimonianza di due amici di Angela sappiamo del posto eminente che la Scrittura aveva nella sua vita e nella sua spiritualità, e che, pur non avendo ella studiato la Sacra Scrittura, faceva sermoni tanto belli, dotti e spirituali”. Alla sua porta bussavano poveri che mendicano un conforto o un consiglio, ma lo Spirito Santo le conferiva una tale sapienza che riusciva a portare chiarezza anche a predicatori e teologi.

Dalla testimonianza di un altro suo estimatore: “Ho veduto molte volte andare da lei più religiosi, e in particolare predicatori e teologi, a domandarle spiegazioni su molti passi dei Salmi, dei Profeti e di tutto il Testamento, Nuovo e Vecchio”.  Sì, la Parola si era radicata in lei e portava frutti abbondanti. Angela pregava ed era messaggera di pace e verità, risolveva controversie delicate, tanto da venir chiamata “un’altra Debora”, la profetessa giudice in Israele. Ella ci insegna che la preghiera ci mette in relazione con Dio. La relazione specialissima di Angela con Lui fa scaturire in lei una preghiera viva e continua. Mistica, contemplativa e, nello stesso tempo profondamente umile. La sua intensa vita di preghiera e le sue capacità di capire e di aiutare la gente, spingeva molte persone a visitarla per chiedere consiglio e preghiere.

A Brescia, il 25 novembre del 1535, giorno di Santa Caterina, fonda la “Compagnia di Sant’Orsola”: in ventotto si consacrano a Dio nell’opera di Angela. Muore il 27 gennaio del 1540 e viene sepolta nell’antica chiesa di Sant’Afra (ora Santuario di S. Angela) a Brescia, dove si trova tuttora. Sarà canonizzata nel 1807.

In ascolto di Angela:

▪ Bisogna pregare sempre con lo spirito e con la mente…

▪ Pregate e fate pregare perché Dio non abbandoni mai la sua Chiesa,

ma la voglia riformare come a lui piace.

▪ Signor mio, illumina le tenebre del mio cuore…

rendi sicuri i miei affetti e i miei sensi…

non mi distolgano dal luminosissimo tuo volto.

▪ Signore mio, unica vita e speranza mia, degnati di ricevere questo

mio cuore… e ogni cosa mia.

▪ L’Amatore mio, anzi nostro.

▪ Ognuna si sforzi di spogliarsi del tutto e di mettere ogni suo bene, e

amore, e piacere in Dio solo.

▪ Sempre la principale risorsa vostra sia ricorrere ai piedi di Gesù.

 

 

 

 

Redazione da ss. di inf.

 

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