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MESSINA – Al Museo del 900 “Memoria e scrittura”
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Preceduto dalla conferenza stampa di alcuni giorni fa – indetta dalla direzione del Museo Provinciale “Messina nel 900”, condotta da Angelo Caristi – durante la quale è stata presentata la Rassegna ”Memoria e scrittura: i libri e l’identità”, si è svolto, in una sala del suddetto Museo, presente l’autore, il primo interessante incontro letterario sul libro, “Il Pupo di carne”, di Geri Villaroel.
La rassegna – il cui coordinamento è affidato al giornalista e scrittore Giuseppe Ruggeri – ha lo scopo precipuo di riscoprire valori identitari, troppo spesso sopiti o dimenticati, che però sono indispensabili per ridestare l’identità collettiva e rafforzare il senso di orgogliosa appartenenza cittadina. Il programma si svolgerà attraverso lo snodarsi di una sequenza di analisi interpretative di varie pubblicazioni – romanzi, racconti, saggi, raccolte di articoli – prodotti da personalità del mondo culturale messinese, ambientate nella Messina del secolo scorso.
E così, dal libro di Villaroel – giornalista e scrittore messinese, direttore di “Moleskine”, vivida memoria storica del secondo dopoguerra ed espressione di autentica messinesità – che ha dato felicemente inizio alla rassegna, si è avuto modo di trarre diversi e interessanti spunti culturali che hanno stimolato l’attento, numeroso e colto pubblico presente. A rendere ancor più interessante e piacevole l’ascolto dei contenuti più significativi che hanno mostrato il mondo avventuroso e variopinto del protagonista del romanzo – di palese segno autobiografico – è stata la dotta, articolata e allettante presentazione che ne ha fatto il critico letterario Giuseppe Amoroso.
La sua esposizione, ricca di valenti riferimenti letterari, ha messo bene in luce, con sapiente scelta selettiva, le parti più rappresentative del libro che appare come una “metafora esistenziale ricca di vivide e affascinanti sfumature”. Ne ha fatto così risaltare le svariate e suggestive memorie storiche del tempo, tra emozionanti vicende pubbliche e private, vissute dal personaggio chiave del racconto. In tal modo, fra l’altro, ne è venuto fuori uno spaccato assai significativo di quelle caratteristiche identitarie, che la narrazione di Villaroel ha fatto emergere, e da cui possiamo trarre ulteriore conferma della nostra idea circa la particolare tendenza del messinese ad essere eclettico, avventuroso, amante dei viaggi e particolarmente comunicativo.
Anastasio Majolino
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