Viaggio in Iraq, il Papa agli iracheni: “Vengo come pellegrino di pace e fraternità”

Redazione1
di Redazione1 Marzo 4, 2021 21:36

Viaggio in Iraq, il Papa agli iracheni: “Vengo come pellegrino di pace e fraternità”

Per il viaggio “storico” di Papa Francesco in Iraq, da domani 5 all’8 marzo, è tutto pronto. E’ previsto un intenso programma di eventi accompagnati dal logo e dal motto: ” Siete tutti fratelli”. Il direttore della Sala Stampa, Matteo Bruni, ha presentato oggi ai giornalisti le modalità e le novità di questo 33esimo viaggio apostolico (AciStampa).

Innanzitutto è un viaggio difficile, ha detto Bruni, la pandemia da Covid 19 nel paese iracheno ha spinto il Ministero della Salute a imporre in Iraq il lockdown nazionale in particolare nei weekend. Ma lo scenario difficile non riguarda solo la pandemia. Quella di Francesco è una prima visita internazionale durante la crisi pandemica (dopo ben 15 mesi di stop), ma anche la prima volta di un Pontefice nel Paese martoriato per anni da guerra, terrorismo, conflitti. Il Papa non incontrerà folle, come di consueto, sarà per questo un “viaggio diverso”. Ma il Papa vuole far sapere che è vicino agli iracheni, anche attraverso una televisione.

“Il viaggio del Papa sarà come un “pellegrinaggio e un’apertura al futuro”, dice ancora il direttore della Sala stampa della Santa Sede. Una lettura del viaggio del Papa è certamente il desiderio del Pontefice di esprimere la propria vicinanza alla minoranza cristiana; la presenza cristiana in Iraq è davvero antica, due discepoli dell’apostolo Tommaso.

La seconda lettura del viaggio del Papa, sottolineata da Matteo Bruni, è il voler evidenziare il rapporto tra religioni diverse. L’Iraq è una “vera e propria culla di civiltà”. E’ la prima volta che un Papa si reca in un paese a maggioranza sciita. “Il Papa va a cercare fratelli e si fa fratello”.

La terza lettura del viaggio del Papa è “l’incontro con l’Iraq come paese che ha sofferto in anni recenti”. Ma non si può parlare dell’Iraq senza la Siria. Il Papa incontra l’Iraq, ma parla anche di un’area molto più vasta. “Il Papa allarga l’orizzonte ai popoli vicini”, dice ancora il direttore Matteo Bruni.

“Fraternità e speranza sintetizzano questo viaggio”, sottolinea il direttore della Sala Stampa ai giornalisti che partiranno per l’Iraq.

Nel videomessaggio, alla vigilia del suo viaggio apostolico in Iraq, Papa Francesco: “Vengo come pellegrino, come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”. “E giungo tra voi come pellegrino di pace, a ripetere: ‘Voi siete tutti fratelli’ (Mt 23,8). Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani”.

“Non arrendiamoci davanti al dilagare del male”, continua Papa Francesco rivolto agli iracheni: “in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità”. “vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità”.  Nel commentare la visita in Iraq di Francesco, Il cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, ha sottolineato che quello di Papa Francesco si prospetta come un viaggio difficile per via della pandemia. Il 33esimo viaggio internazionale di Papa Francesco è il primo dal tempo del COVID 19. Parolin poi sottolinea che si tratta di un viaggio che “ha come scopo e significato proprio quello di manifestare la vicinanza del Papa all’Iraq e agli iracheni, e lanciare un messaggio importante: che si deve collaborare, ci si deve mettere insieme per ricostruire il Paese, per sanare tutte queste piaghe, e per ricominciare una nuova tappa”.

Scopo centrale del viaggio, ribadisce il Segretario di Stato vaticano è che “il Papa vuole lanciare un messaggio verso il futuro: questo è il centro. Ci sono situazioni e realtà che vivono una certa sofferenza, a parte proprio dove c’è stata la persecuzione, il martirio. La Chiesa stessa vive una situazione di difficoltà, il dialogo interreligioso ha bisogno di essere promosso”.

Quindi, il messaggio sarà: “non lasciamoci bloccare da tutto quello che è successo, per quanto negativo possa essere stato – ed è stato molto negativo – ma guardiamo avanti con speranza e con coraggio per ricostruire questa realtà dell’Iraq”.

 

 

 

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