Il cardinale Robert Sarah: “Oggi la paura è la grande debolezza della Chiesa”, “I Pastori ritrovino Dio per non essere timorosi”

Redazione1
di Redazione1 Aprile 12, 2019 12:27

Il cardinale Robert Sarah: “Oggi la paura è la grande debolezza della Chiesa”, “I Pastori ritrovino Dio per non essere timorosi”

Nel suo nuovo e coraggioso libro-intervista, scritto insieme con il saggista Nicolas Diat.; il cardinal Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, rivolge uno sguardo indagatore alla crisi della fede e della Chiesa, nel contesto delle tante crisi del mondo contemporaneo. Incontrato da Arthur Herlin, per conto di Aleteia, il cardinale ritiene tuttavia che il male non sia inesorabile, posto che i pastori e tutti i battezzati riescano a liberarsi delle loro paure.

All’obiezione di chi potrebbe pensare che il suo libro sia da ritenere pessimistico, o peggio allarmistico, risponde: “Ho fatto queste considerazioni con molta prudenza e con un grande desiderio di precisione. Conseguentemente, mi sembra che il libro si collochi non lontano dalla verità. Certamente, il quadro pare oscuro, ma lo stesso papa Benedetto XVI diceva, poco prima della sua elezione alla Sede Petrina, che l’Occidente attraversa una crisi mai verificatasi in tutta la storia. La realtà sta lì,  non si può dire che non c’è una crisi di fede mentre le chiese si svuotano. Io non penso che nel passato abbiamo assistito ad accuse quali quelle che attualmente vengono dirette contro dei cardinali, dei vescovi, dei preti, talvolta anche condannati a pene carcerarie… Nella società non so quale civiltà abbia legalizzato l’aborto e l’eutanasia, abbia distrutto la famiglia e sbrindellato il matrimonio fino a questo punto”. La crisi è profonda e grave, è la triste ammissione, ma ho pure consacrato l’ultima parte del libro a una lunga riflessione sulla speranza, perché ogni crisi comporta in sé una dimensione nuova, l’inizio di una rinascita”.

“La cosa tragica è la divisione all’interno della Chiesa. Una divisione che si manifesta soprattutto sul piano dottrinale, morale e disciplinare – sottolinea il cardinale – ormai ognuno pensa e dice quel che vuole. Come non esserne inquieti, poiché sembra che la Chiesa non abbia più un insegnamento dottrinale e morale chiaro? Davanti a una simile situazione, cerchiamo di seguire l’esempio degli apostoli. Un giorno in cui attraversavano il lago di Tiberiade, e li sorprese una forte burrasca che minacciava di farli affondare, mentre Gesù era a poppa e dormiva, gli apostoli davanti a questo pericolo hanno tenuto ferma la barra per tenere dritta la barca e hanno gridato con tutte le loro forze aiuto a Gesù. In altri termini, – avverte Salah – ci incombe l’obbligo di aggrapparci fermamente alla Dottrina, all’insegnamento della Chiesa, e di pregare. Non preghiamo a sufficienza. I preti hanno troppe attività. Credendo di cambiare la Chiesa con le nostre proprie forze e mediante semplici riforme strutturali, diventiamo degli attivisti. Abbiamo piuttosto bisogno della grazia, che si ottiene solamente per la preghiera fervente e costante”.

Per coloro che non sono su questa linea, e vogliono cambiare la dottrina, la risposta del cardinale è inequivocabile: “ La Chiesa non appartiene agli pseudo-riformatori. Non posso cambiare quel che non ho edificato io e che, di conseguenza, non mi appartiene. Nessuno può cambiare la Chiesa di Gesù. Quelli che vogliono cambiarla devono essere in possesso di un mandato di Gesù”.

All’interrogativo su quale messaggio sia da rivolgere ai giovani in relazione all’esortazione, Christus vivit, rivolta loro da Papa Francesco, l’avvertimento di Robert Sarah è: ”Non lasciatevi turbare da quello che scrivono sui cardinali, sui vescovi e sui preti, ma scrutate i Vangeli e fissate il vostro sguardo su Cristo; egli solo è la via, la verità e la vita, e dà la garanzia che non ci si sbaglia. Poi, amate la Chiesa e servitela: poco importa quel che se ne dice. Essa è vostra madre, pura e immacolata, senza ruga né macchia. Le macchie che s’intravedono sulla sua figura sono in realtà le nostre. I suoi figli sono in crisi, ma la Chiesa, da parte sua, non lo è. Infine, convertitevi – anzitutto voi stessi – e poi siate missionari”.

Riguardo al compito fondamentale affidato ai cristiani di essere diffusori del messaggio evangelico senza cadere nel proselitismo, il cardinale Sarah è perentorio: “La Chiesa non fa proselitismo, ma ha un preciso mandato da parte di Gesù. Andate dunque e rendete mie discepole tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e insegnando loro a osservare quel che vi ho prescritto. Non forziamo i pagani o i musulmani con le armi, La nostra religione fa leva sull’amore e bandisce la forza”.

Per il fatto che in varie parti del mondo, a causa dei numerosi scandali in cui sono implicati, i vescovi appaiono in buona parte in crisi, Robert Sarah ammette l’esistenza di una crisi d’identità, di responsabilità e di fede. “Sostanzialmente, però, noi attraversiamo una crisi grave del sacerdozio, della relazione del prete con Gesù. Tutti voi, però, in quanto battezzati, partecipate di questa crisi se non testimoniate la vostra fede cristiana. La Chiesa è una realtà gerarchica. Essa s’articola come un corpo umano, con le sue differenti membra: gli apostoli, i vescovi loro successori, i preti e i fedeli laici, ma tutti devono far vivere la Chiesa e irradiarne la santità”.

“È vero che attualmente, prosegue Sarah, la crisi si colloca al livello del capo. Se non siamo più capaci di insegnare la dottrina, la morale, o di dare l’esempio e di essere dei modelli, allora la crisi risulta gravissima. Chi difenderà le pecore se, lasciandole alla loro sorte, i pastori si spaventano e fuggono di fronte ai lupi? Oggi la paura è la grande debolezza della Chiesa”.  Certo, tutti sono terrorizzati perché la Chiesa è accusata di tutti i mali; ma quando qualcuno è in preda alla paura non è più padrone di sé. È la ragione per la quale la Chiesa non osa più smarcarsi e andare controcorrente per indicare al mondo la direzione. Alcuni vescovi temono le critiche perché sono centrati su loro stessi e diventano così troppo prudenti, non si esprimono chiaramente su nulla per non andare incontro all’opposizione o al martirio. Ora, bisogna che ritrovino Dio, che si concentrino su di lui e che si affidino alla potenza della sua grazia”.

 

 

Redazione da Ag.di I.

 

 

 

 

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