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Ucraina, Ternopil: giunte 1000 tonnellate di aiuti Caritas, 40 tir dall’Italia e da altre nazioni
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Gli aiuti umanitari raccolti solo in Europa dalle Caritas in un mese, giunti nella città di Ternopil presso la Caritas della Arcidiocesi di Ternopil-Zboriv, sono un totale di 1.000 tonnellate: 40 tir dall’Italia, 22 dall’Olanda, 5 dalla Germania, 4 dalla Spagna. Sono i numeri della solidarietà confortante ben rappresentata dal volto sorridente di padre Roman Demush. (Sir)
In questa parte ad ovest dell’Ucraina, è lui che coordina tutti gli aiuti, che fin dall’inizio del conflitto arrivano da tutta Europa nella sua diocesi. Italia, Olanda, Germania, Spagna, Polonia, Danimarca, ecc. La città di Ternopil è diventata un grande centro di ricezione e distribuzione. La cosa straordinaria è che da qui gli aiuti ripartono a bordo di pulmini più piccoli riuscendo a raggiungere le periferie più lontane del paese così come anche le città più colpite dagli attacchi militari.
Sono stati inviati beni umanitari a Kharkiv, dove c’è il vescovo a prenderli in cattedrale e a distribuirli alle persone. Sono arrivati nella regione di Kiev, in particolare Boryspil, Vyshhorod, ma anche nella regione di Mykolayiv e Kropyvnytskyi. Mercoledì 6 aprile, è partito il primo pulmino per Bucha. “Ci chiedono soprattutto cibo, medicine e candele”, racconta il sacerdote. Perché nelle città occupate dai russi e liberate, manca tutto, anche l’elettricità”.
Ternopil, come Leopoli, è una città che si trova ad ovest del paese e come Leopoli è stata meta, in questo mese di guerra, di molti sfollati interni in fuga dai combattimenti. Sono passati per Ternopil 20mila persone. A mettersi a bordo dei pulmini con gli aiuti umanitari sono gli abitanti stessi delle città colpite e occupate.
Sono soprattutto gli uomini a chiederci di poter tornare indietro anche per verificare lo stato delle loro case. Caricano i pacchi nelle macchine e li portano a chi è rimasto, agli anziani soprattutto che hanno preferito non partire, dicendo “che se devono morire, vogliono morire a casa. E molti purtroppo hanno perso innocentemente la vita”.
Oltre allo smistamento degli aiuti umanitari, ogni mercoledì e sabato a fianco dell’arcicattedrale della chiesa greco-cattolica della Immacolata Concezione della Beata Vergine a Ternopil, volontari e seminaristi distribuiscono aiuti per un totale di circa 5 mila persone a settimana. “E tutto – dice il sacerdote – è possibile solo grazie all’aiuto che stiamo ricevendo”. E aggiunge: “Prima di tutto vogliamo ringraziare per questa opera di misericordia”.
Davvero ci sentiamo bisognosi e non abbiamo vergogna di chiedere aiuto. Perché oltre che per le bombe, c’è pericolo di morire di fame. Se non siamo riusciti ad evitare la guerra nel 21° secolo e la morte dalle mani dell’aggressore russo, almeno lottiamo insieme per combattere il male della fame.
“E poi dobbiamo pregare perché il male ha un volto preciso e un nome preciso. Non è solo una persona ma è anche la mentalità di chi dice, non tocca a me. E invece siamo coinvolti tutti. Sappiamo chi è il responsabile per la guerra, ma tutti e ciascuno deve essere responsabile per costruire la Pace”.
Redazione da a. di inf.