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Culto degli Angeli: torna in Sicilia a promuoverlo don Marcello Stanzione
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GLI ANGELI TORNANO IN SICILIA. Don Marcello Stanzione è tornato in Sicilia per ravvivare il culto agli Angeli trascurato da anni. Persino nei seminari non se ne parla più, ma il loro grande studioso (proveniente dalla Diocesi di Salerno) è stato chiamato dall’Armata di Cristo (30 gruppi di preghiera a S.Michele Arcangelo in Sicilia e altrettanto tra Italia e Francia), per un giro di conferenze utili a tutti, clero, fedeli e persino ai cosiddetti lontani.
Già nel 2018 aveva toccato Palermo, Messina, Agrigento ecc suscitando grande interesse, perché si è persa, ad esempio, la consapevolezza che San Michele Arcangelo è per importanza subito dopo la Madonna, quindi prima di tutti gli altri Angeli, Santi, Martiri, Beati ecc. e che ha compiti particolari in caso di epidemie!
Ha iniziato dalla piccola Mistretta in mezzo alla neve, approfittando dai mezzi tecnologici della locale televisione, ieri a Messina (S.Giovanni di Malta), poi Barcellona p.g., Lipari, Termini Imerese, Caltanissetta (il 14 ore 18 Badia), Gela, Piazza Armerina ecc. Le conferenze sono aperte alle domande del pubblico e con una esposizione di libri difficili da trovare sugli Angeli ed un Quaderno dell’Amore espressamente voluto, ispirato da P.Pio a un suo figlio spirituale.
“Dal suo inizio fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro [degli angeli custodi] protezione e dalla loro intercessione. «Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita». Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio” – Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 336.
“Due modi con cui gli angeli si manifestano agli uomini, spiega don Marcello, quando essi non si presentano sotto parvenza umana, gli spiriti celesti si compiacciono di prendere delle forme per lo meno insolite, di splendide visioni”. Santi e mistici conoscono questi due tipi di manifestazioni angeliche, che talvolta s’intrecciano e si completano: visione nell’estasi, prossimità palpabile e quasi materiale.
Nel Nuovo Testamento, le visioni di angeli – quelle al diacono Filippo (Atti 8, 26) ed a Cornelio (Atti 10, 3) – sono più rari dei loro interventi inscritti nel tempo e lo spazio degli uomini: presenti alla nascita di Gesù, essi appaiono ai pastori di Betlemme per annunciare loro la buona novella e cantare la gloria di Dio (Lc 2, 8-20); essi sono anche alla tomba del Risorto, “vestiti di abiti d’un allucinante biancore” (Lc 24, 3) per consolare le donne ed incaricarle di un messaggio di speranza per gli apostoli (Mc 16, 7). Negli Atti, noi vediamo un angelo liberare miracolosamente dalla prigione gli Apostoli (Atti 3, 19), poi Pietro (Atti 12, 7-10).
Redazione da com. st.