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MESSINA – Rosa Gazzara Siciliano e l’avventuroso viaggio culturale che unisce il mondo classico alla lingua siciliana
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Guardando al difficile e imponente lavoro letterario compiuto da Rosa Gazzara Siciliano, con gli occhi della fantasia improntata alla storia del nostro atavico passato, mi piace vederlo come un metaforico attraversamento del mitico Stretto, di omerica memoria, tra le insidie contrapposte di un difficoltoso “Scill’e Cariddi” linguistico. Dunque, come una navigazione culturale nel “mare tormentoso” di linguaggi tanto diversi tra loro – greco-latino-italiano da una parte, e siciliano dall’altra – che, nonostante le difficoltà di un lungo e avventuroso viaggio, ha raggiunto felicemente l’approdo prefissato.
Se ne è trattato, in modo piacevolmente celebrativo, nel teatro Vittorio Emanuele gremito di un pubblico molto attento, durante una manifestazione organizzata dalla Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina, sotto l’egida dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Si è rappresentato così un dovuto riconoscimento tributato al coraggioso lavoro linguistico della intraprendente e tenace nostra concittadina, Rosa Gazzara, che ha permesso di realizzare una proficua e appassionata opera di raffinata trasposizione in siciliano di opere colossali, come Divina Commedia, Odissea ed Eneide.
Un impegno svolto in tanti anni con ammirevole costanza e perizia, mediante cui, in un affascinante ed epico percorso intellettualistico, attraverso opere importanti della letteratura classica, la Gazzara ha toccato sponde identitarie diverse, facendo si che vari poemi di valore universale, riguardanti antiche e importanti civiltà, potessero essere assaporati dai siciliani anche mediante l’uso della loro stessa lingua d’origine, cosa per noi messinesi ancora più apprezzabile.
C’è da rilevare inoltre che questa opera di trasposizione linguistica ha anche un altro merito importante: quello di ottenere un inevitabile effetto di valorizzazione, e quindi rafforzamento, dell’identità che ci riguarda. Ciò perché un linguaggio dialettale, in quanto intimamente legato a un dato luogo, costituisce una componente essenziale del bagaglio culturale che i relativi abitanti portano con sé, quale segno prioritario di appartenenza al gruppo di riferimento. E di conseguenza, il linguaggio locale rappresenta un fattore fondamentale che allo stesso tempo identifica e colloca ogni soggetto nel posto pertinente preciso, rispetto alle radici della sua storia personale e collettiva.
Sotto questo profilo, in riferimento alla difesa e tutela del patrimonio identitario che ci appartiene, introducendo la serata, Maria Teresa Rodriquez, facente parte dei dirigenti dell’Istituto, ha evidenziato il senso e la validità di quanto si stava svolgendo, sottolineando la perfetta assonanza tra il tema della manifestazione e le finalità che la Biblioteca regionale messinese si propone assiduamente, in concomitanza con la ‘l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
A rendere più piacevole e interessante la serata, – presentati da Patrizia Danzè, coordinatrice della manifestazione – sono stati recitati alcuni brani tratti dai Canti delle diverse opere classiche tradotte dalla Gazzara. Dall’Odissea: “Nausica”, e “Ulisse e Penelope”; dall’Eneide: “Maledizione di Didone”; dalla Divina Commedia: “Paolo e Francesca”,”Ugolino”, “Ulisse”. A recitare questi celebri passi è intervenuto l’artista catanese Pippo Pattavina, che con una brillante interpretazione ha fatto risaltare il valore artistico e lessicale della raffinata traduzione in siciliano, in cui Rosa Gazzara ha trasfuso tanto della sua sensibilità poetica.
Ad allietare la serata dal punto di vista musicale, c’è stata l’esibizione della compagnia di musica siciliana “Unavantaluna”, un noto ensemble particolarmente dedicato a valorizzare e diffondere i canti popolari della nostra terra, che ha presentato diversi brani musicali tra i più conosciuti, accompagnandosi con gli strumenti classici della tradizione popolare.
Anastasio Majolino