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Leone XIV ai Cardinali: “Il Papa è un umile servitore di Dio e dei fratelli”, “Voi i miei più stretti collaboratori”
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Papa Leone XIV ha incontrato stamane i Membri del Collegio Cardinalizio, all’indomani della Messa celebrata nella Cappella Sistina. Il Papa ha prima letto un discorso e poi è seguita una conversazione che ha ripreso alcuni temi e proposte emersi negli interventi delle Congregazioni Generali. “Voi, cari Cardinali – ha esordito Leone XIV – siete i più stretti collaboratori del Papa, e ciò mi è di grande conforto nell’accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque. La vostra presenza mi ricorda che il Signore, che mi ha affidato questa missione, non mi lascia solo nel portarne la responsabilità. So prima di tutto di poter contare sempre, sempre sul suo aiuto, l’aiuto del Signore, e, per sua Grazia e Provvidenza, sulla vicinanza vostra e di tanti fratelli e sorelle che in tutto il mondo credono in Dio, amano la Chiesa e sostengono con la preghiera e con le buone opere il Vicario di Cristo”. (AciSt.)
Dopo il ringraziamento al Cardinale Decano Giovanni Battista Re, il Papa ha aggiunto: “in questo momento, ad un tempo triste e lieto, provvidenzialmente avvolto dalla luce della Pasqua, vorrei che guardassimo assieme alla dipartita del compianto Santo Padre Francesco e al Conclave come a un evento pasquale. Il Papa, a cominciare da San Pietro e fino a me, suo indegno Successore, è un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo. Bene lo hanno mostrato gli esempi di tanti miei Predecessori, da ultimo quello di Papa Francesco stesso. Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino, animati dalla stessa speranza che viene dalla fede”.
“È il Risorto, presente in mezzo a noi – ha proseguito il Pontefice – che protegge e guida la Chiesa e che continua a ravvivarla nella speranza, attraverso l’amore riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato. A noi spetta farci docili ascoltatori della sua voce e fedeli ministri dei suoi disegni di salvezza, ricordando che Dio ama comunicarsi, più che nel fragore del tuono e del terremoto, nel sussurro di una brezza leggera. E’ questo l’incontro importante, da non perdere, e a cui educare e accompagnare tutto il santo Popolo di Dio che ci è affidato”.
“Abbiamo potuto vedere la bellezza e sentire la forza di questa immensa comunità, che con tanto affetto e devozione ha salutato e pianto il suo Pastore, accompagnandolo con la fede e con la preghiera nel momento del suo definitivo incontro con il Signore. Abbiamo visto qual è la vera grandezza della Chiesa,che vive nella varietà delle sue membra unite all’unico Capo, Cristo, pastore e custode delle nostre anime. Essa è il grembo da cui anche noi siamo stati generati e al tempo stesso il gregge, il campo che ci è dato perché lo curiamo e lo coltiviamo, lo alimentiamo con i Sacramenti della salvezza e lo fecondiamo con il seme della Parola, così che, solido nella concordia ed entusiasta nella missione, cammini all’ombra della nube e alla luce del fuoco di Dio”.
Il Papa poi ha assicurato “la piena adesione alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II” con “il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio; la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana; la crescita nella collegialità e nella sinodalità; l’attenzione al sensus fidei specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare; la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati; il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo. Si tratta di principi del Vangelo che da sempre animano e ispirano la vita e l’opera della Famiglia di Dio, di valori attraverso i quali il volto misericordioso del Padre si è rivelato e continua a rivelarsi nel Figlio fatto uomo, speranza ultima di chiunque cerchi con animo sincero la verità, la giustizia, la pace e la fraternità”.
Il Papa infine ha spiegato la scelta del nome Leone XIV. “Principalmente perché il Papa Leone XIII, con la Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”. E infine citando Paolo VI, Leone XIV ha concluso con le stesse parole: “passi su tutto il mondo come una grande fiamma di fede e di amore che accenda tutti gli uomini di buona volontà, ne rischiari le vie della collaborazione reciproca, e attiri sull’umanità, ancora e sempre, l’abbondanza delle divine compiacenze, la forza stessa di Dio, senza l’aiuto del Quale, nulla è valido, nulla è santo”.
Redazione da Ag. di inf.