Lunedì dell’angelo, Maria Maddalena: la donna dell’alba gloriosa testimone di Pasqua

Redazione1
di Redazione1 Aprile 1, 2024 23:58

Lunedì dell’angelo, Maria Maddalena: la donna dell’alba gloriosa testimone di Pasqua

Maria Maddalena stava vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, Maria si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi.   Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

Uno dei grandi personaggi biblici del Nuovo Testamento da mettere sul “candelabro della nostra casa” è proprio Maria Maddalena, la donna dell’alba gloriosa, la prima annunciatrice della resurrezione di Cristo, riflette Manuel Joao Pereira. Ella è l’immagine perfetta della Chiesa, sposa appassionata che passa la notte alla ricerca del suo Amato. Maria Maddalena rimane intimamente e strettamente legata all’avvenimento che è all’origine e al centro della nostra professione di fede: la festa di Pasqua.

In effetti, per i cristiani Pasqua segna la loro nascita e, per quanto è possibile, è durante questa festa che i nuovi cristiani rinascono all’acqua battesimale continua la riflessione, in essa tutte le nostre paure sono vinte e tutti i nostri desideri sono realizzati! Colui che accoglie senza riserve l’annuncio pasquale non può restare indifferente al grido dell’exultet che rompe il silenzio di un’assemblea in aspettativa, per invitare il cielo e la terra a rallegrarsi per la grande e gioiosa notizia della vittoria di Cristo.

Pasqua è il trionfo insperato della Vita che fa rinascere la Speranza certa. Pasqua è la stella del mattino che illumina la notte profonda e apre il cammino al sole del mezzogiorno. Pasqua è l’esplosione della primavera che inaugura un tempo di Bellezza, stagione dei colori, del canto e dei fiori. Un cristiano chiuso alla Pasqua è uno sconfitto dal quale si fugge per l’odore di morte che trasuda! Il cristiano della Pasqua è messaggero di un’allegria contagiosa, un’unzione profumata capace di risuscitare il cuore dei moribondi!

La prima testimone di Pasqua è Maria Maddalena. Il suo amore appassionato per il Maestro, ha mantenuto il suo cuore sveglio tutta la notte del grande “passaggio”; “Io dormo ma il mio cuore veglia” (Cantico dei Cantici 5,2). E perché l’amore l’ha fatta vegliare, l’Amato si mostra in primo luogo a lei. Coloro “che vedono con lo sguardo capace di penetrare l’invisibile” sono spesso irrisi ed etichettati come visionari e cantastorie. Mentre coloro che “non vedono”, e per questo negano la realtà spirituale, invisibile agli occhi miopi dei nuovi maestri, sono considerati illuminati ed applauditi dalle grandi platee.

Maria Maddalena, come concordano tutti gli evangelisti, è detentrice di un testamento di prima mano, primizia femminile, “apostola degli apostoli”, come la chiamano gli antichi Padri della Chiesa.

Figli come siamo anche noi di una società “incredula”, una parola di presentazione di questa testimone privilegiata s’impone come necessaria. Sfatiamo prima di tutto un equivoco: Maria Maddalena non è la “donna peccatrice” di cui si parla in Luca e in Giovanni. In realtà noi incontriamo diverse Marie alla sequela di Gesù. Oltre a Maria, madre di Gesù, abbiamo Maria di Betania, Maria moglie di Cleofa, Maria madre di Giacomo il Minore e naturalmente la nostra Maria Maddalena. Questa proviene da Magdala, un villaggio sulle rive del lago di Tiberiade che dà il nome di Maddalena. Si tratta di una persona che aveva sofferto molto ma fu liberata da sette demoni segue Gesù dalla Galilea, fin dalla prima ora.

Ciò che caratterizza Maria Maddalena è un grande amore! È una donna appassionata per Gesù che non si rassegna alla prospettiva di perderlo e si aggrappa a quel corpo inerte come ultima opportunità di poter toccare “Colui che il suo cuore ama”.  Se il “discepolo amato” è il prototipo del discepolo, Maria Maddalena è, in qualche modo, il suo corrispondente femminile (senza per questo adombrare la figura della Vergine Maria). Maria Maddalena è la “discepola preferita” e la “prima apostola” di Cristo Risorto. Lei, chiamata due volte con il nome generico di “donna”, rappresenta la nuova umanità sofferente e redenta, l’Eva convertita dall’Amore dello Sposo, quell’amore perso nel giardino dell’Eden ed ora recuperato nel nuovo giardino dove era sceso il suo Amato.

La vocazione di Maria Maddalena è animata dall’amore e, allo stesso tempo, dalla fede. Fede e amore sono entrambi necessari: la fede dà la forza per camminare, l’amore le ali per volare. La fede senza l’amore non rischia, ma l’amore senza fede può smarrirsi in tanti crocicchi. La speranza è figlia di entrambe. Sono l’amore e la fede che spingono Maria Maddalena a rimanere vicino al sepolcro, a piangere e a sperare. Anche se non sa bene il perché. Al contrario dei due apostoli Pietro (figura della fede) e Giovanni (figura dell’amore), che si allontanano dal Il suo rimanere è frutto della fede, il suo piangere è frutto dell’amore. “Rimanere” perché la sua fede persevera nella ricerca, non si scoraggia davanti all’insuccesso, interroga (gli angeli e il giardiniere) come l’Amata del Cantico dei Cantici. Spera contro ogni speranza! Finché, ritrovato l’Amato, si getta ai Suoi piedi, abbracciandoli nel vano tentativo di non lasciarlo più partire.

Oggi noi, apostoli e amici di Gesù, al contrario, capitoliamo facilmente davanti al “sepolcro”, allontanandocene, conclude la riflessione, ci manca la fede per sperare che dalla situazione di morte, di vuoto e di sconfitta, può rinascere la vita. Non abbiamo più “fede nei miracoli”, non c’è più spazio in noi per sperare in Dio capace di resuscitare i morti. Ci affrettiamo a chiudere quei “sepolcri” con la “pietra molto grande” della nostra incredulità. La nostra missione diventa allora una disperata lotta contro la morte. Impresa condannata all’insuccesso perché la morte regna dall’inizio del mondo. Senza rimuovere la pietra della nostra incredulità, per affrontare e vincere tale terribile nemico, non vedremo la gloria di Dio: ”Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Alle lacrime di Maria Maddalena rispondono gli angeli che non le restituiscono il cadavere, che lei chiede e cerca; al contrario, le annunciano che “Colui che il suo cuore ama” è vivo!

 

 

 

 

Redazione da s. di inf.

 

 

 

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