- Israele e Hamas, 200 giorni dopo. P. Faltas (Custodia): “Per la pace occorre ripartire da Gerusalemme”
- Aborto: il contributo dei volontari nei consultori è in linea con la 194
- Catalogna: festa di Sant Jordi e Giornata del libro in Italia
- Giornata delle Vocazioni, “Chiamati a seminare la speranza”: la testimonianza di Suor Angelita Guerriero
- Papa Francesco alle contemplative: la vostra vocazione alimenta il fuoco che dona calore alla Chiesa
- “Statua, e maternità che rappresenta, segno di contraddizione da ‘lapidare'”
Ucraina, mons. Pezzi (arciv. di Mosca): “Crescono le preoccupazioni per il contraccolpo economico delle sanzioni”
Articoli collegati
- San Francesco di Sales. Card. Bassetti ai giornalisti: “amore per la verità”, “Serietà, sobrietà, analisi”
- Fiducia Supplicans, Vescovi d’Africa contrari alle benedizioni di coppie omosessuali
- CENTRAFICA – Un centro per la cura dei bambini traumatizzati dalla guerra, sostenuto dalla Cei con i fondi 8Xmille
E’ mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici russi, a farsi portavoce in qualche modo del clima che si sta vivendo in questi giorni nella capitale russa e di come le persone stanno seguendo la crisi della guerra in Ucraina.
“Le preoccupazioni stanno crescendo, dice l’arcivescovo al Sir questa mattina, cominciano a farsi sentire i primi segnali del contraccolpo a livello economico provocato dalle sanzioni. Non ho assistito personalmente a momenti di panico però diversi fedeli mi hanno parlato del rischio di perdere il lavoro nelle prossime settimane, anche delle difficoltà che si possono manifestare a causa della forte svalutazione del rublo e quindi del prevedibile aumento dei costi a fronte di un non aumento degli stipendi”.
“Devo dire anche che ieri è stata una giornata molto intensa”, dice l’arcivescovo, facendo riferimento alla Giornata di preghiera per la pace in Ucraina, indetta da papa Francesco ieri, Mercoledì delle Ceneri. “C’erano moltissimi fedeli ieri sera alla celebrazione delle Ceneri”, racconta mons. Pezzi. “Ed è stata una celebrazione molto sentita, molto composta e devo dire anche che si percepiva il bisogno di rispondere alla domanda su dove riponiamo oggi la nostra speranza.
Ho detto in altri termini quale posto ha Dio e cosa c’entra appunto con le difficoltà a cui certamente andremo incontro. Inoltre, devo dire che per il racconto di diversi fedeli, è stato molto sentito anche il richiamo alla preghiera come arma forte, non tanto per scoprire chi ha ragione e chi ha torto ma per invocare la conversione dei cuori e quindi il miracolo del perdono, che solo può farci andare nella direzione di una pace consistente, quella pace cioè che nasce dalla riconciliazione in Dio e tra i fratelli. Ed è stato anche colto il digiuno vissuto come offerta per invocare da Dio ciò di cui abbiamo bisogno e anche per riscoprire l’altro vicino a noi come un fratello”.
Redazione da ag. di inf.