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Il Papa: perseguitati perchè cristiani, spesso sotto gli occhi e il silenzio di tutti
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Le tante persecuzioni dei cristiani nel mondo, perpetrate atrocemente il più delle volte mediante azioni violente e disumane, sono un tragico fenomeno che troppo spesso viene commesso nel vergognoso e complice silenzio delle potenze della terra.
Papa Francesco, In una delle sue recenti meditazioni mattutine nella cappella della Domus Sancte Marthae, ha ricordato ancora una volta “le atroci, disumane e inspiegabili persecuzioni, purtroppo ancora oggi presenti in tante parti del mondo, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutti”.
Nella sua nuova denuncia dell’indifferenza del mondo davanti al destino tragico di tanti cristiani in diversi paesi, Bergoglio ha evidenziato che l’orrore per la persecuzione che oggi avviene nel mondo, con terroristi che sgozzano i cristiani nel «silenzio complice di tante potenze», è iniziata proprio contro Gesù e ha scandito la storia della Chiesa. Per cui tante comunità nel mondo sono «perseguitate soltanto per il fatto di essere cristiane».
“Vorrei oggi venerare – ha detto il Papa – il coraggio degli Apostoli e della prima comunità cristiana; il coraggio di portare avanti l’opera di evangelizzazione, senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un impero pagano; venerare la loro vita cristiana che per noi credenti di oggi è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza”.
Del resto, «dai primi giorni la Chiesa è perseguitata». Ma fino a quanto lo sarà? Di certo «fino a oggi», ha affermato il Papa. Infatti, ha proseguito, anche «oggi tanti cristiani, forse più che nei primi tempi, sono perseguitati, uccisi, cacciati via, spogliati solo per essere cristiani». Come è accaduto agli Armeni: “la prima nazione che si è convertita al cristianesimo, la prima, perseguitata soltanto per il fatto di essere cristiana; il suo popolo perseguitato, cacciato via dalla sua patria, senza aiuto, nel deserto”.
“La testimonianza più efficace e più autentica – ha proseguito – è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri. Non c’è testimonianza senza una vita coerente. Oggi non c’è tanto bisogno di maestri ma di testimoni coraggiosi, convinti e convincenti, che non si vergognano di Cristo e della sua Croce né di fronte ai leoni ruggenti né davanti alle potenze di questo mondo”. Infatti, “un cristiano che prega è un cristiano protetto, custodito e sostenuto, ma soprattutto non è solo”.
Redazione, da Agenzia di informazione