Il vitale potere della mistica. Contemplativi: “essere Parola che si fa preghiera e intenso rapporto con Dio”

Redazione1
di Redazione1 Giugno 1, 2024 23:50

Il vitale potere della mistica. Contemplativi: “essere Parola che si fa preghiera e intenso rapporto con Dio”

«Nel mondo moderno – scrive Raimon Panikkar – solo i mistici sopravviveranno! Gli altri saranno soffocati dal sistema, se vi si ribellano; o affogheranno nel sistema, se vi si rifugiano». Una affermazione forte e paradossale, ma sostanzialmente vera, che spinge a riflettere…e ad aprire la porta misteriosa dell’esperienza mistica dove sono impresse le parole che perseguono la Verità fondamentale: il mondo significativo della relazione totalizzante col Divino, che a ragion di logica, e di fede, dovrebbe essere considerato centrale, come ci ricorda l’ermeneuta illuminato.

Un modello esistenziale prezioso e salvifico, dunque, che invece rimane relegato ai margini dell’interesse individuale e comune, in tempi come quelli attuali – in cui se ne ha molto bisogno – attraversati da emergenze critiche di varia natura, tra cui primeggiano quelle globali: guerre diffuse, minacce pandemiche, sociali, economiche, morali, per cui si ha la percezione di vivere un momento di crisi generale che non risparmia neppure la Chiesa cattolica. La quale da tempo accusa difficoltà di governo e una crisi di vocazioni inarrestabile e costante che, secondo attenti osservatori, appare anzitutto come una decadenza antropologica: un impoverimento che non è solo un effetto inerente all’essenza del sistema, ma anche di un’intera società destinata a subire le perturbazioni esistenziali dovuti alle sabbie mobili di un presente difficile e di un futuro alquanto incerto e nebuloso.

C’è da considerare, dunque, che certe risorse spirituali provenienti dalla Chiesa, dalla religione, dai luoghi sacri, quali fonti di energie spirituali fattive dell’esperienza cristiana, si sono indebolite, sminuendo così “il senso più profondo e veritiero dell’esistenza umana: il senso ultimo, ‘senso dei sensi’, che parla di valori infiniti”. Queste realtà spirituali, pertanto, pur custodendo il loro fondamento patrimoniale perenne e incrollabile, appaiono sminuite, se non fossilizzate, per via del modo con cui le verità di cui sono portatrici vengono presentate mediante linguaggi, riti, dottrine e prassi disciplinari. Per cui, acuti osservatori le vedono come “Istituzioni praticamente aggrappate al passato che non rinnovano le modalità di trasmissione del loro messaggio, così che, nonostante continuino ad essere sorgenti importanti e insostituibili, sembrano esserlo piuttosto di acque stagnanti”.

Ora però, in questo quadro generale alquanto opaco, in controtendenza all’inarrestabile calo delle vocazioni sacerdotali, si rileva un segnale di segno opposto: un incremento del numero delle postulanti e delle aspiranti negli ordini contemplativi, verificatesi negli ultimi anni. Un fenomeno che sta anche ad indicare, come affermano i maestri di spiritualità, un misterioso risveglio della mistica nel mondo postmoderno; e che nella Chiesa testimonia l’importanza dei contemplativi, incessantemente in ascolto della Parola e da essa quotidianamente rigenerati. Una realtà fondamentale che “rende la Chiesa, seppure rivolta al mondo e pienamente inserita in esso, sempre addossata al deserto. Condizione necessaria perché il dialogo amoroso tra la Chiesa e il suo Sposo, al quale alcuni sono votati in modo esclusivo, è la sola cosa che le garantisca l’autenticità del suo messaggio”.

E’ a questa fonte di ascolto assiduo della parola di Dio, nella liturgia celebrata in comune o in quella privata, è ormai divenuta “l’occupazione principale del contemplativo, la sorgente alla quale egli alimenta la sua preghiera. Parola ascoltata, amorosamente ruminata, pazientemente assimilata, e che finisce per ripercuotersi in azione di grazie, in lode e intercessione, a volte anche in condivisione con quelli che vengono a richiedergli una parola. Il contemplativo è la Parola divenuta preghiera, afferma Andrè Louf”. E ad esse si accompagnano le altre forme di cui è costellata la strada dell’ascesi: il digiuno, le veglie, la solitudine, il silenzio.

E’ l’importanza di attingere a questa fonte inesauribile che fa dire a Maister Eckhart: “Un maestro di vita vale più di mille maestri di dottrina. I mistici sono pionieri che si sono collocati in prima linea, cercando, aprendo, percorrendo a fondo, con grande gioia ed enorme sforzo, un cammino sicuro attraverso cui addentrarsi nell’esperienza del mistero nascosto e folgorante che è Dio”.

E sull’importanza che hanno oggi i contemplativi nella Chiesa, Papa Francesco afferma: “Nella contemplazione amorosa, tipica della preghiera più intima, non servono tante parole: basta uno sguardo. Contemplare è un modo di essere, è “respiro” e relazione con Dio”. “Nella contemplazione amorosa, tipica della preghiera più intima, non servono tante parole: basta uno sguardo, basta essere convinti che la nostra vita è circondata da un amore grande e fedele da cui nulla ci potrà mai separare, la dimensione contemplativa dell’essere umano è un po’ come il sale della vita – prosegue il Papa – in Gesù e nel Vangelo non c’è contrapposizione tra contemplazione e azione. La vita cristiana e la vita mistica non si differenziano per le realtà sperimentate, bensì per il modo di sperimentarle.

 

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