Quaresima: cammino penitenziale quale “Servizio alla Redenzione”, l’esperienza mistica della claustrale Anna Emmerick

Redazione1
di Redazione1 Febbraio 17, 2024 00:38

Quaresima: cammino penitenziale quale “Servizio alla Redenzione”, l’esperienza mistica della claustrale Anna Emmerick

Con la celebrazione liturgica del mercoledì delle Ceneri è iniziata la Quaresima, tempo di penitenza, preghiera e preparazione alla celebrazione della Pasqua che è il culmine delle festività cristiane. La Quaresima è dunque da considerare come un percorso di fede ed un’opportunità di viva partecipazione al Mistero di Cristo morto e risorto per la salvezza dell’umanità, ci ricordano teologi ed esegeti.

Nella Quaresima “il fedele è invitato a riprendere in mano il suo cammino di conversione al Signore, nella lotta contro il peccato e nel desiderio della santità. Un iter penitenziale che dura 40 giorni poiché tanti furono i giorni che Gesù trascorse nel deserto. Percorso di grazia caratterizzato da preghiera, digiuno, elemosina, le tre azioni della penitenza, le tre azioni religiose che aprono una via di comunione con le altre esperienze religiose dell’Ebraismo e dell’Islam”, avvisano i Maestri di spiritualità.

E innanzitutto, la Quaresima ci “introduce nel profondo della mistica divina, cioè nel ‘mistero dei misteri’, che sopra ogni cosa è memoria della Passione, morte e risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza”. Permettendo così di accedere a quel “percorso di Grazia che è fondamento primario, potremmo dire fondativo, della relazione tra uomo e Dio. Una esperienza mistica da cui scaturisce l’invito – come dice S. Paolo nella Lettera ai Colossesi – a compiere un servizio alla Redenzione”.

Invito rivolto a tutti i cristiani, e che, in modo straordinario, viene vissuto appieno da Anna Catharina Emmerick, la grande mistica tedesca e claustrale agostiniana – di cui si è celebrata la Solennità liturgica pochi giorni fa, venerdì 9 febbraio –  che può essere di stupendo esempio secondo la sua scelta a compimento della sua fervida invocazione: «O Dio, lasciaci servire l’opera della Redenzione secondo il modello della fede e dell’amore di Maria». Dunque realizzare un cammino penitenziale, come lei ha fatto per tutta la sua breve vita, in profonda unione con Cristo al fine di servire la Redenzione e il Vangelo.

Anna Katharina Emmerick nacque l’8 settembre 1774, (morì il 9 febbraio 1824nella comunità di contadini di Flamschen presso Coesfeld.) Crebbe insieme a nove fra fratelli e sorelle. Già da piccola dovette aiutare in casa e nei lavori dei campi. Frequentò per poco tempo la scuola, ma si notava il fatto che lei era ben istruita su cose religiose. Ben presto i genitori e tutti quelli che la conoscevano si accorsero che si sentiva attratta in maniera particolare dalla preghiera e dalla vita religiosa.

Sin dalla più tenera età mostrò una grande attrazione  per  tutto  ciò che  potesse  avvicinarla  a  Dio, dimostrando chiaramente la sua vocazione religiosa, favorita di diversi doni mistici e fenomeni soprannaturali, come la facoltà leggere nel pensiero delle persone e le visioni di fatti che avvenivano nel mondo.

Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni  di  levitazione  e bilocazione. La sua vita mistica era così straordinaria che, nella sua innocenza di bambina, similmente a quanto credeva anche Padre Pio nella sua infanzia, era convinta che anche tutti gli altri bambini godessero degli stessi suoi favori celesti. Così pensava che anche loro potessero conversare familiarmente con il Bambin Gesù, come lei faceva abitualmente. Dall’età di nove anni, infatti, le apparivano la Madonna con Gesù Bambino, l’angelo custode e diversi santi. Mostrava straordinari doni di conoscenza. Possedeva anche il dono della cosìddetta illuminazione o divinazione diagnostica, cioè quel dono divino proprio di alcuni medici o di alcuni santi (come Padre Pio e S. Giuseppe Moscati) che hanno di individuare una patologia anche da un semplice sguardo.

Nel 1789, una notte, mentre stava pregando, le apparve Gesù che le offrì una corona di rose e una di spine. Anna Caterina accettò quella di spine, e Gesù gliela pose sul capo: intorno alla fronte le apparvero subito le prime stigmate. La Emmerick

aveva sempre sognato di entrare in convento per consacrarsi totalmente a Dio. Ma la sua condizione miserabile non le permetteva però di soddisfare questa santa aspirazione. Quasi in virtù di un prodigio, però, il 13 novembre 1802, una settimana prima della festa della Presentazione di Maria al Tempio, insieme alla sua amica Klara Söntgen, poté entrare come novizia nel convento delle agostiniane ad Agnetenberg  (Dülmen), ed  un  anno  dopo,  il  13  novembre  1803  pronunciò i  voti  come  monaca agostiniana.

La vita claustrale si rivelò, tuttavia, assai dura. Era considerata l’ultima dalle consorelle e trattata quasi con disprezzo. Comportamenti che Suor Anna non solo non se ne lamentava, ma ne era anzi contenta, perché questo le permetteva di esercitare con maggior profitto la virtù dell’umiltà.

Il suo zelo non era gradito dalle anime più tiepide, che rimanevano sconcertate e infastidite dai suoi carismi e dalla sua salute cagionevole. Le sue consorelle, nonostante le sue frequenti estasi in chiesa, nella sua cella o su lavoro, la trattavano con sufficienza e mostravano antipatia nei suoi confronti, credendola lunatica, pazza. Malgrado la sua estrema fragilità, svolse sempre scrupolosamente e con spirito gioioso i suoi doveri, anche le mansioni più dure.

Dopo qualche tempo la sua salute declinò rapidamente e fu costretta a letto soggetta a forti sofferenze a causa delle ferite, spesso sanguinanti, prodotte dalle stigmante in diverse parti del corpo.

E’ venerata come beata dalla Chiesa cattolica, grazie alle doti di veggente e di altri doni soprannaturali, come stigmate, bilocazione, levitazione, divinazione ed estasi. La beata nel corso della sua vita terrena è stata portavoce di numerose profezie che riguarderebbero il futuro della Chiesa.

Grazie a queste doti straordinarie, il Signore le permise di fare un viaggio insieme all’arcangelo San Michele, che la portò in visita nel paradiso eterno.

 

 

 

 

Redazione da s. di inf.

 

 

 

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