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GMG. Il Papa a Fatima: “Pastorelli: il Vangelo senza scorciatoie”. Chiesa è madre con porte aperte per tutti”
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la Giornata mondiale della gioventù riceve il suo sigillo Mariano con La visita del Papa a Fatima. E guardare a Fatima significa rivolgere lo sguardo a Maria, insieme a coloro che sono stati protagonisti della vicenda spirituale che ha segnato fortemente la vita della Chiesa. I due giovani, anzi giovanissimi, che hanno vissuto i momenti religiosi esaltanti delle apparizioni della Madonna a Cova d’Iria, Francesco e Giacinta Marto, entrambi canonizzati nel 2017 dallo stesso Papa Francesco.
Il loro messaggio, schietto, semplice e accessibile a tutti, , è la dimostrazione incontestabile che vivere una vita cristiana secondo i principi del Vangelo è possibile, desiderabile. Così le parole del Papa.
Il Vangelo si può e si deve vivere senza scorciatoie.
La vicenda umana di Francesco e Giacinta è una risposta precisa alla domanda di senso delle nuove generazioni, immerse nel dramma di un umanesimo ateo, è il monito, che non cessa di sedurre con i suoi contorti ragionamenti l’intera comunità ecclesiale, inoculando un devastante smarrimento guidato dal relativismo morale e soprattutto religioso.
La figura di Gesù Cristo è sempre più distante e ideologica, mitizzata, distorta e abusata.
Un male assoluto che la Chiesa di oggi deve affrontare con determinazione per ricondurre i giovani a Cristo. Castità, purezza, sacrificio, perdono, riparazione dei peccati, desiderio del paradiso e domanda sul destino ultimo della propria anima, è il richiamo, sono realtà oramai bandite dal lessico e dal vissuto di molte comunità cristiane. Concetti divenuti incomprensibili per le nuove generazioni, argomenti divenuti imbarazzanti per la catechesi. Eppure, questi concetti semplici e chiari sono alla base di ogni autentica vita cristiana.
I Pastorelli di Fatima non solo hanno accolto senza indugio il messaggio evangelico, ma lo hanno anche compreso e apprezzato. I bambini di Fatima ci ricordano ancora una volta che la fede nasce dall’ascolto, un ascolto semplice e obbediente alla parola di Dio e alla voce amica della Chiesa. Un ascolto leale e fiducioso che non ha bisogno di alterare e di aggiustare i contenuti del mistero. Un ascolto che non ha paura di confrontarsi con le enormi contraddizioni e le difficoltà del presente. Ciò che oggi viene indicato come superato o comunque impossibile da praticare, per loro era il modo più naturale di vivere il Vangelo.
Per questi bambini Dio è stato un Padre affidabile da seguire senza indugio.
Con semplicità si sono fidati degli insegnamenti cristiani che hanno ricevuto dai propri genitori, dal proprio Parroco e dalla
comunità cristiana del piccolo villaggio di Fatima. E se la Vergine di Fatima conferma il sigillo mariano sulla Gmg, i Pastorelli ricordano oggi ai giovani riuniti intorno a Pietro che la via per l’eternità è una sola, il Vangelo senza scorciatoie.
All’appuntamento con Fatima, Papa Francesco non ha voluto mancare alla recita della preghiera del Rosario insieme agli ammalati, meditando i misteri della gioia. Il Rosario – ha osservato Francesco – è una “preghiera bellissima e vitale, perché ci mette a contatto con la vita di Gesù e di Maria. La cappellina in cui ci troviamo è una bella immagine della Chiesa: accogliente e senza porte, senza esclusione. La Chiesa è un santuario a cielo aperto, non ha porte. Questa è la casa della Madre nel cuore di
questa piazza che evoca un grande abbraccio materno. Così sia nella Chiesa, che è madre: porte aperte per tutti, per facilitare l’incontro con Dio; e posto per tutti, perché ognuno è importante agli occhi del Signore e della Madonna”.
“Maria – ha aggiunto – non ritarda, va di fretta per stare vicino a noi. Va di fretta perché è Madre. Maria accoglie, Maria nella sua vita indica Gesù e ci accoglie facendolo di corsa. IlIl E qui ricordiamo questo: Maria si è fatta presente perché l’incredulità di tanti si aprisse a Gesù che ci chiede di camminare nella vita, collaborando con Lui”.
Redazione da Ag. di inf.