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Migranti e rifugiati, Papa Francesco: “Costruire un futuro senza ineguaglianza e discriminazione”
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In un mondo afflitto da seri problemi, sottoposto negli ultimi tempi agli effetti drammatici di una lunga pandemia, cui adesso si aggiungono quelli della devastante guerra in Ucraina che minaccia di allargarsi paurosamente, mentre accentua il già grave problema migratorio, si avverte maggiormente l’esigenza del supporto di speciali energie spirituali. Siamo chiamati, quindi, a costruire un mondo armonioso che non può avere luogo se non “accogliamo la salvezza di Cristo, il suo Vangelo dell’amore, così che le varie forme di ineguaglianza e discriminazione del presente possano essere eliminate”.
Nel Messaggio per la Giornata Mondiale dei Migranti di quest’anno (si celebra il 25 settembre), Papa Francesco affronta ancora una volta il tema delle ineguaglianze. Il tema del messaggio è “Costruire un futuro con migranti e rifugiati”, e porta sin dal titolo l’ineluttabilità di una situazione migratoria che è destinata a restare, e che per il Papa va prima di tutto affrontata e valorizzata, senza escludere nessuno, secondo le linee guida già stabilite dell’accogliere, proteggere, promuovere e integrare”, ma intrecciando la riflessione con brani del profeta Isaia che mostrano come i migranti arricchiscano i loro punti di approdo. (Acistampa)
“Nessuno può essere escluso – scrive Papa Francesco nel messaggio – perché il piano di Dio è essenzialmente inclusivo e dà priorità a quanti vivono nelle periferie esistenziali”. Tra questi, aggiunge, ci sono molti migranti e rifugiati, sfollati, vittime della tratta, e il Regno di Dio “deve essere costruito con loro, perché senza loro non ci sarebbe il Regno che Dio vuole”, e perché “l’inclusione delle persone vulnerabili è la condizione necessaria per la piena cittadinanza nel Regno di Dio”.
Costruire il futuro con migranti e rifugiati significa anche – scrive Papa Francesco – “riconoscere e apprezzare quanto ciascuno di loro possa contribuire nel processo di costruzione”, dato che la storia “ci insegna che il contributo dei migranti e rifugiati è stato fondamentale alla crescita sociale ed economica delle nostre società”, cosa vera ancora oggi.
Papa Francesco sottolinea che il lavoro dei migranti, la loro gioventù, il loro entusiasmo e la loro resilienza “arricchiscono le comunità che le accolgono”, e il loro contributo potrebbe essere “ancora più grande se valorizzato e supportato con iniziative e programmi dedicati”.
Per il Papa, la presenza di migranti e rifugiati “rappresenta una grande sfida, ma anche una immensa opportunità per la crescita culturale e spirituale di tutti”, dato che “grazie a loro abbiamo la possibilità di arrivare a meglio conoscere il mondo e la bellezza della sua diversità”, e possiamo “maturare nella nostra comune umanità e costruire insieme un noi ancora più grande” (riferimento, questo, al tema di un altro messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante).
Papa Francesco nota che anche “l’arrivo di migranti e rifugiati cattolici porta nuova energia alla vita ecclesiale nelle comunità che li accolgono”, in quanto “sono portatori di un dinamismo che rivitalizza le nostre comunità e animatori di vibranti celebrazioni”. Così, condividendo esperienze diverse di fede abbiamo “la privilegiata opportunità di vivere ancora più pienamente la cattolicità del popolo di Dio”.
Il Papa si rivolge infine al popolo di Dio, ma specialmente ai giovani, esortando a contribuire a costruire il futuro “con i migranti”, perché “il futuro comincia oggi e inizia da ciascuno di noi”, e non “possiamo lasciare alle future il peso della responsabilità per decisioni che devono essere fatte ora”.
Presentando il Messaggio, il Cardinale Francesco Montenegro, sottolinea che il Papa chiede di fare il passaggio verso la fraternità, perché “non ci sono quelli che accolgono e quelli che sono accolti, ma solo fratelli”, e richiama alla sua esperienza come arcivescovo di Agrigento, dove “il continuo arrivo di migranti a Lampedusa ha scosso il mondo intero”. “Cosa fare quando milioni di persone arrivano con mezzi di fortuna? Cosa fare quando diverse centinaia di loro affondarono a pochi metri di costa perdendo la vita? Solo il principio di fraternità ti salva”, spiega il Cardinale Montenegro.
Redazione da a. di inf.