Povertà e Coronavirus, Caritas Roma: incremento del 600% di aiuti alimentari, 35% nuovi poveri

Redazione1
di Redazione1 Dicembre 17, 2020 23:47

Povertà e Coronavirus, Caritas Roma: incremento del 600% di aiuti alimentari, 35% nuovi poveri

La “pandemia sociale” dovuta alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, secondo il Rapporto 2020 della Caritas di Roma, fa registrare un boom di nuovi poveri in quasi tutti i centri di ascolto parrocchiali. Durante il lockdown le parrocchie romane con i 176 centri d’ascolto coordinati dalla diocesi si sono trovati a far fronte ad una richiesta di cibo e aiuti economici senza precedenti. Da marzo 2020 l’emergenza sanitaria Covid-19 ha assunto a Roma le tinte drammatiche dell’emergenza sociale ed alimentare (Sir).

A giugno 2020 sono stati consegnati +600% di beni alimentari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Negli ultimi nove mesi il 35,3% delle persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto parrocchiali ci sono andate per la prima volta nella loro vita. Oltre l’83% dei centri si è trovato di fronte a forme di “nuova povertà”. Le tre mense della Caritas di Roma per i più poveri hanno avuto un aumento del 50% da aprile a giugno. Sono dati di forte impatto quelli che emergono dal Rapporto 2020 “La povertà a Roma: un punto di vista” curato dalla Caritas diocesana di Roma e presentato oggi on line.

Dati che confermano, se non aggravano, il trend nazionale. La realtà capitolina già prima del Covid-19 era in affanno, con grandi sacche di fragilità e diseguaglianze, con forti polarizzazioni e l’allargamento della forbice tra classi sociali. Già nel 2019 il 40% dei romani guadagnava meno di 15.000 euro annui. Erano state 35.780 le domande per il Reddito di cittadinanza, 6.629 per le Pensioni di cittadinanza.

Il lockdown ha fatto precipitare i cosiddetti “equilibristi della povertà” in una povertà conclamata. L’annoso disagio abitativo (con sfratti e sgomberi), i lavori precari, la solitudine e l’isolamento degli anziani in una città sempre più vecchia (170 over 65enni ogni 100 minori under 14enni), le migliaia di senza dimora, le persone con disagio mentale e disabilità, la mancanza di collaborazione da parte delle istituzioni e ora il Covid-19: sono tante le criticità analizzate nelle 130 pagine del volume della Caritas di Roma, costretta a confrontarsi con povertà sempre più complesse e multiformi.

Nelle tre mense diocesane +50% di pasti tra aprile e maggio. Nel periodo marzo-settembre, ad esempio, le tre mense diocesane “Giovanni Paolo II” a Colle Oppio, “Don Luigi Di Liegro” a Via Marsala, “Gabriele Castiglion” a Ostia (riorganizzate per offrire il proprio servizio in sicurezza) hanno distribuito 238.246 pasti a fronte dei 185.062 dell’anno precedente, con un incremento del 28,7% dell’attività. Il picco si è avuto nei mesi di aprile, maggio e giugno, con aumenti del 50% rispetto al 2019, soprattutto giovani stranieri, titolari di protezione internazionale.

Impennata delle persone assistite dalle parrocchie. Il numero delle persone assistite dalle parrocchie è letteralmente esploso: l’85,9% dei Cda presenti nelle parrocchie romane ha registrato un’impennata del numero delle persone assistite (che in alcuni casi è arrivato a decuplicare). La maggior parte delle parrocchie ha visto un aumento fino a 50 persone. In 6 casi l’aumento delle persone assistite è stato addirittura di oltre 500.

35,3% di nuovi poveri, quasi la metà italiani. Nei primi nove mesi del 2020 sono state accolte 21.160 persone nei centri d’ascolto, il 35,3% per la prima volta (7.476 persone). Nel 48,7% dei casi le nuove persone (7.476) che si sono rivolte ai centri parrocchiali sono italiani, seguiti dai filippini (16,3%) soprattutto badanti che vivevano nelle case degli assistiti e si sono trovati senza reddito né abitazione. Nel 64,4% dei casi erano donne. Il 54% dei nuovi iscritti sono al di sotto dei 45 anni, mentre gli over 65 il 14,7%. 4.621.

Chi si è rivolto alle parrocchie? Durante il lockdown si sono rivolti alle parrocchie soprattutto persone con un impiego irregolare fermo a causa delle restrizioni , disoccupati di lunga data, lavoratori precari, lavoratori dipendenti in cassa integrazione, infine gli intermittenti e stagionali in attesa di bonus. Da notare anche una alta percentuale di pensionati, pari al 51,5%. Tra le richieste principali: il cibo (84,3%), la mancanza di lavoro/reddito (79,1%) e la mancanza di denaro per pagare l’affitto o il mutuo (71,5%).

 

 

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