Coronavirus – Messina, messaggio dell’Arcivescovo: “Le nostre famiglie siano piccole Chiese domestiche”

Redazione1
di Redazione1 Marzo 11, 2020 21:43

Coronavirus – Messina, messaggio dell’Arcivescovo: “Le nostre famiglie siano piccole Chiese domestiche”

Nel grave momento di emergenza sanitaria che si stà vivendo, tenendo conto delle disposizioni restrittive emanate dal Governo, dalla Cee e dalla Cesi, in merito alle misure precauzionali per il contenimento del Coronavirus Covid-19, l’Arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, ha rivolto ai fedeli un video messaggio. “In questo momento di prova mi rivolgo a voi tutti, pensando che il tempo presente ci interpella a vivere in maniera edificante i disagi del ‘dover cambiare stili di vita’, a vivere nella solidarietà ‘i disagi della precarietà’, a vivere con responsabilità, nella preghiera e nella carità, ‘la testimonianza del dono della fede’”. Un’emergenza dinanzi alla quale il presule incoraggia a “uscire da ogni preoccupazione di difesa del proprio ‘stato sociale’, di difesa delle cosiddette ‘questioni di principio’”. Ritiene piuttosto “urgente” “aprirsi all’esperienza della preghiera, della carità e della conversione ‘personale e comunitaria’”.

In riferimento alla sospensione delle messe con la presenza dei fedeli, l’arcivescovo usa parole di incoraggiamento per i “credenti praticanti”: “Non si può nascondere il disagio dovuto alla sospensione ‘di tutte le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”, però “questo ‘digiuno dalla celebrazione della messa in chiesa’ non ci scoraggia, ma ci stimola a riscoprire ancor di più l’autenticità dell’Eucarestia”. “Questo digiuno della celebrazione della messa in chiesa – aggiunge -, pur restando un disagio, diventa un’opportunità di purificazione, di redenzione e di partecipazione al mistero dell’amore di Dio”. Poi, mons. Accolla esorta a “far diventare le nostre famiglie ‘piccole Chiese domestiche’, a riscoprire la bellezza del pregare insieme in famiglia, a unirci dai nostri cenacoli di preghiera a Cristo sofferente nel corpo dei fratelli ammalati e dei congiunti di coloro che sono morti a causa dell’epidemia”.

 

 

 

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