Open Doors, report allarmante: cristiani perseguitati nel mondo 260 milioni

Redazione1
di Redazione1 Dicembre 14, 2020 23:13

Open Doors, report allarmante: cristiani perseguitati nel mondo 260 milioni

“Le tante persecuzioni dei cristiani nel mondo, perpetrate atrocemente il più delle volte mediante azioni violente e disumane, sono un tragico fenomeno che troppo spesso viene commesso nel vergognoso e complice silenzio delle potenze della terra”. Lo ha ribadito ancora una volta Papa Francesco in una delle sue ripetute denunce dell’indifferenza del mondo davanti al destino tragico di tanti cristiani in diversi paesi. Evidenziando che l’orrore per la persecuzione che oggi avviene, è iniziata proprio contro Gesù e ha scandito la storia della Chiesa. Per cui tante comunità nel mondo sono «perseguitate soltanto per il fatto di essere cristiane».

La persecuzione anticristiana, sia in intensità che in estensione, continua ad aumentare costantemente. Gli ultimi dati riportati dall’associazione Porte Aperte/Open Doors rivela, con una stima per difetto, che 1 cristiano ogni 8 sperimenta un livello alto di persecuzione nei 50 Paesi inseriti nella World Watch List (da Avvenire, Luca Liverani). «Mai nella storia si è registrata una persecuzione anticristiana simile», afferma il direttore dell’associazione Cristian Nani.

Nel 2019 2.983 cristiani sono stati uccisi per cause legate alla loro fede, così come oltre 9.400 chiese (ed edifici connessi) sono stati attaccati, demoliti o chiusi. I rapimenti di cristiani sono stati 1.052 e sono state 5.294 le case e i negozi attaccati. Sconcertante poi il fenomeno delle violenze e degli abusi sessuali sistematici contro cristiane: ogni giorno in media 23 cristiane/i vengono abusati sessualmente. In tutto sono stati 8.537 i casi di abusi sessuali o stupri.

La “lista nera” dei paesi anticristiani è stilata analizzando la pressione in 5 aree della vita (Privato, Famiglia, Comunità, Nazione, Chiesa), più il numero di atti di violenza. In testa – stabile dal 2002 – c’è la Corea del Nord dove tra i 50 e i 70 mila cristiani sono in carcere perché trovati in possesso di una Bibbia o riuniti in preghiera. «Almeno 300 mila i cristiani clandestini, le chiese esistenti servono per ingannare i turisti, in realtà sono trasformate in teatri», ha affermato Cristian Nani nel corso della presentazione, introdotta dal deputato di FdI Andrea Delmastro Delle Vedove. Il parlamentare ha parlato di «vero e proprio genocidio dei cristiani, censurato per ragioni economiche e diplomatiche, come in Qatar, col quale l’Italia ha appena firmato accordi o in Cina per la via della seta».

A seguire in zona podio ci sono Afghanistan, Somalia e Libia: «Paesi che hanno in comune – ha spiegato il direttore di Open Doors – lo stesso humus socio-politico e la stessa assenza di istituzioni. In questi paesi chi si converte rischia violenze o uccisioni». Al quinto posto poi il Pakistan, salito alla ribalta delle cronache internazionali per il caso di Asia Bibi: «Più che di rilascio, parlerei di fuga, visto che si è dovuta nascondere in un paese extraeuropeo. Il diritto alla libertà religioso è l’orfano della Dichiarazione universale dei diritti umani, il meno discusso e difeso». Seguono Eritrea, Sudan, Yemen e Iran.

Da segnalare al decimo posto l’India, la grande democrazia asiatica che sta conoscendo, secondo la denuncia di Porte Aperte, una pericolosa devastazione dei diritti delle minoranze: «Non passa giorno – spiega il direttore di Porte Aperte – senza che una chiesa indiana o un cristiano non venga attaccato. Ancora più grave è l’impunità che segue alle violenze, per colpa del nazionalismo religioso del governo, che sta “induizzando” il Paese».

All’undicesimo posto la Siria, in cui i cristiani subiscono gli attacchi dei terroristi del Daesh e delle altre fazioni jihaidiste, ma anche delle milizie turche e curde. Drammatica la testimonianza del reverendo George Moush, pastore a Quamishly, nord est del paese, della chiesa dell’Alleanza evangelica: «Un mese fa – ha raccontato alla presentazione del dossier – davanti alla chiesa sono stato caricato a forza su un van da tre uomini che poi ho saputo essere curdi. Mi hanno bendato e rinchiuso in uno scantinato assieme a delinquenti e membri del Daesh. Mi hanno accusato di avere costruito la chiesa senza la loro autorizzazione. Ringrazio Dio se miracolosamente sono stato rilasciato».

 

 

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