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Messina – Montevergine: Il cuore della Città si affida a S. Eustochia per invocarne protezione, benedizione e grazie
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In seguito ai difficili momenti di prova, come quelli attraversati nel corso di una pandemia non ancora cessata, in cui si avverte tanto il bisogno della protezione divina, è spontaneo cercare di propiziarla mediante l’intercessione dei santi. E per i messinesi, nel momento in cui ricorre il tradizionale atto devozionale di affidamento a S. Eustochia nel giorno dedicato all’ostensione del suo corpo incorrotto, è ancora più profondamente sentito il bisogno di invocarne il prezioso intervento. E’quanto è avvenuto nel corso di una celebrazione, questa volta molto ridimensionata a causa di Covid-19, ma certo intensamente voluta dal profondo del cuore della Città. Ce ne riferisce, nel suo puntuale report, Rachele Gerace, da Gazzetta del Sud.
La voce del cuore di Messina ha gridato forte, per implorare benedizione e grazie a colei che, “vigile e attenta protettrice” della città, “continui a preservarla da ogni pericolo”. Il popolo dello Stretto ha rinnovato ieri l’atto di affidamento a S. Eustochia Smeralda Calafato, invocando aiuto per “superare con la sua stessa umiltà e forza gli eventi contrari, realizzare una città sempre più umana, prospera e giusta, affidandole il presente e il futuro delle famiglie, dei giovani e dei bambini”. Il 2 luglio 1777 il Senato messinese e la città s’impegnavano “in perpetuo” a offrire a S. Eustochia Smeralda Calafato un cero votivo di 28 libbre per rendere grazie e affidare alla sua fraterna intercessione la chiesa messinese e la città tutta. Da allora, il 22 agosto di ogni anno, giorno della memoria del corpo incorrotto della clarissa divenuta santa il Sindaco, in rappresentanza della cittadinanza, fa dono di un cero in ossequio al decreto. E’ stata una commemorazione “ridotta” nel cerimoniale a causa delle limitazioni anti Covid, quella che si è svolta sabato scorso nella chiesa del Monastero di Montevergine, presieduta dal vescovo ausiliare Cesare Di Pietro alla presenza della comunità religiosa delle clarisse, delle principali autorità civili e militari, dei membri di confraternite e ordini equestri, dell’associazione dedicata alla Santa, e di una
rappresentanza di fedeli. “Il Vangelo un segno tangibile di contradizione, di novità di vita, lo stesso che Eustochia ha voluto portare nell’ordine di S. Chiara, rinnovandone la regola”, ha detto mons. Di Pietro, ricordando questa “figlia e patrona” che proprio a Messina volle fondare un nuovo monastero, “forziere di devozione e fede perpetuata dai messinesi in Cristo”. Il pastore ha poi invocato l’intercessione della badessa per “sciogliere i nodi di questa pandemia che paralizzano le relazioni interpersonali oltre che il progresso economico”. All’inizio della celebrazione, dopo la lettura del decreto (che attesta l’adempimento dei voti tramandati dal Senato) da parte del presidente del consiglio comunale Claudio Cardile, il Primo cittadino ha offerto a S. Eustochia il cero votivo decorato dalla pittrice Titti Crisafulli, affidandole la città. Al termine del rito, animato dalle stesse clarisse, le autorità presenti hanno sottoscritto il decreto.
Rachele Gerace