Papa Francesco in Monzambico, Madagascar e Maurizio nel segno del viaggio di Giovanni Paolo II

Redazione1
di Redazione1 Settembre 2, 2019 22:21

Papa Francesco in Monzambico, Madagascar e Maurizio nel segno del viaggio di Giovanni Paolo II

Non è la prima volta che un Papa va in Mozambico, Madagascar e Maurizio, ma erano altri tempi. Il neo direttore della Sala Stampa della Santa Sede lo ha ricordato incontrando i giornalisti in preparazione del viaggio di Papa Francesco che inizia il 4 settembre.

La pace, l’incontro con le comunità cristiane, la riconciliazione e il Creato: sono alcuni dei temi chiave sottolineati da Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa Vaticana, nel consueto briefing con i giornalisti prima della partenza per il 31° viaggio apostolico del Papa, fissata per mercoledì. Tre i Paesi che saranno visitati dal Pontefice fino al 10 settembre: Mozambico, Madagascar e Maurizio. “Il Papa – ha detto il direttore della Sala Stampa – si prepara con gratitudine per quanti si stanno spendendo per la realizzazione del viaggio e con gioia per l’occasione di annunciare il Vangelo in una parte di mondo ricca di varietà e di umanità”.

Per il Mozambico si parla ancora di necessità di pace, nonostante la firma dell’accordo con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio del 1992. Ancora si firmano accordi di pace, armistizi, ma ci sono anche cambiamenti fondamentali che permettono la speranza della riconciliazione.

Su Madagascar e Maurizio invece la questione è più ambientale, dalla deforestazione alle devastazioni dei cicloni. Alle vittime di questi disastri il Papa si rivolge nel suo viaggio. Povertà e una riconciliazione non risolta sono i temi in questione oltre alle sfide delle comunità cattolica e alla necessità delle convivenze delle etnie. Papa Francesco va di fatto a vedere cosa succede oggi dopo tanti decenni dalla visita di Giovanni Paolo II. E’ nei discorsi di Giovanni Paolo II quindi che vanno ricercati i temi e i riferimenti per seguire al meglio quelli di Papa Francesco. Significative saranno le visite alla case di accoglienza e alla sede in Mozambico del DREAM il progetto che combatte l’ AIDS. Sul volo ci sarà ospite del Papa una infermiera del FAS e nel seguito il Cardinale Filoni di Propaganda Fide, la congregazione che si occupa dei territori di missione.

Aiuto alla Chiesa che Soffre accompagna il viaggio di Papa Francesco in Madagascar con una serie di progetti a sostegno della Chiesa locale, tra cui migliaia di intenzioni di Sante Messe per i sacerdoti di numerose diocesi, contributi alla formazione di religiosi e candidati al sacerdozio, aiuti di sussistenza per religiose contemplative. In particolare, considerando la grave situazione sanitaria di un Paese in cui negli ultimi mesi oltre 1200 persone sono decedute dopo aver contratto il morbillo in assenza di vaccino, ACS donerà vaccini e cure mediche ai 69 seminaristi del Seminario Maggiore San Paolo VI di Antsiranana.

La visita di Papa Francesco, che giunge nell’Isola trent’anni dopo Giovanni Paolo II, è molto attesa, come riferisce ad ACS monsignor Rosario Vella, vescovo di Moramanga. “Il nostro auspicio è che il Santo Padre possa ravvivare la speranza nel cuore dei malgasci, che da tanto cercano di cambiare la società pur senza riuscirci, e al tempo stesso portare la pace in una società fortemente divisa anche all’interno delle famiglie, dei villaggi, della società”.

Il presule italiano da quasi quarant’anni in Madagascar racconta la grande emozione per la prossima visita del Pontefice nell’isola dove sebbene i cattolici siano soltanto circa 8 dei 25 milioni di abitanti, la Chiesa cattolica rappresenta un sostegno indispensabile per l’intera popolazione. “Se la gente ha bisogno di essere curata viene nei nostri dispensari, mentre i genitori mandano con fiducia i loro figli nelle scuole che abbiamo istituito anche nei villaggi più remoti. E poi ogni parrocchia gestisce progetti legati all’agricoltura o programmi di assistenza sanitaria di cui beneficiano i fedeli di ogni religione. La Chiesa cattolica qui è sempre stata l’unico punto di riferimento per tutti”, riferisce monsignor Vella.

Pur ricco di risorse minerarie e naturali, il Madagascar è uno dei Paesi più poveri al mondo. Quasi la metà dei bambini sono malnutriti, il tasso di analfabetismo è del 31% e soltanto il 15 % della popolazione ha accesso all’energia elettrica. “Ci sono famiglie che non hanno i soldi neanche per curare i loro figli e ciò è inaccettabile”, afferma il presule notando come la Chiesa abbia assolutamente bisogno di un sostegno economico dall’estero. “Gli aiuti che ci giungono da realtà come ACS sono veramente preziosi e ci permettono di portare avanti la nostra opera”.

La Chiesa che Papa Francesco incontrerà dal 6 all’8 settembre nella Grande Isola, è anche una Chiesa preoccupata per la rapida avanzata dell’Islam, soprattutto nell’area settentrionale del Paese. “Vi sono dei piani, sostenuti dall’estero, per islamizzare tante parti del Madagascar – dichiara monsignor Vella – Recentemente ho visitato dei villaggi situati nella boscaglia della diocesi di Ambanja e lì sono in costruzione numerose moschee, senza che vi siano fedeli islamici. Noi vescovi siamo preoccupati perché le persone si convertono all’Islam dopo aver subito pressioni o con la promessa di incentivi economici”.

 

 

 

 

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