MESSINA – Padre Annibale M. Di Francia

Admon
di Admon Maggio 28, 2015 22:45

MESSINA – Padre Annibale M. Di Francia

Statua_S_Annibale_001Nasce a Messina il 5 luglio 1851, orfano di padre in tenera età, cresce mantenendo il suo stile elegante e nobile che gli deriva dalle sue origini familiari.
Ancora giovanissimo, mentre si trova nella chiesa di S. Giovanni di Malta, in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento, intuisce la necessità di una preghiera tutta speciale, quella per le vocazioni. Esperienza definita in seguito “intelligenza del Rogate”, che segna in modo intimo, radicale, determinante la sua vita. Quando qualche tempo dopo, scopre nel Vangelo il comando di Gesù: Rogate ergo Dominum messis, ut mittat operarios in messem suam (Mt 9,38; Lc 10,2), vede in questa preghiera la risposta alle necessità della Chiesa e dell’umanità per cui decide di dedicarvi tutte le sue energie e la sua intera esistenza.Annibale_di Francia_002

Egli stesso si lascia cogliere dalla Divina Grazia e, improvvisamente, decide di diventare sacerdote cattolico.
Una vocazione “improvvisa, irresistibile e sicurissima” affermerà in seguito.

Il giorno 8 dicembre 1869, mentre a Roma si apre il Concilio Vaticano I, Annibale Maria e il fratello Francesco cominciano la formazione specifica per diventare sacerdoti.
Il 26 maggio 1877, nella chiesa di Montevergine, il giovane Annibale Maria diventa diacono per imposizione delle mani dell’Arcivescovo, Mons. Giuseppe Guarino.
Nel marzo del 1878, un provvidenziale incontro con il mendicante Francesco Zancone gli apre le porte del quartiere più povero e malfamato della città, il ghetto delle “Case Avignone”. In questo quartiere Annibale Maria, già consacrato sacerdote, comincia il suo faticoso apostolato di rinnovamento umano, sociale e cristiano dei tanti poveri che vi abitavano. In essi vede e riconosce il volto di Gesù Cristo e vi si dedica con grande fede e amore.

Ed è proprio questo quartiere a costituire il seme fecondo da cui sbocciano, nel 1882, gli Orfanotrofi Antoniani e, in seguito, le due Congregazioni: le Figlie del Divino Zelo e i Rogazionisti del Cuore di Gesù, che per volere di Padre Annibale Maria, avrebbero avuto come Fondatore e Superiore assoluto, immediato ed effettivo il Cuore Eucaristico di Gesù.
Si preoccupa di dare da mangiare ai bambini e ai poveri, ma anche e soprattutto di dar loro una educazione completa e la possibilità di sostenersi lavorando. La sua personalità eclettica e la sua carità creativa gli permettono di introdurre, in quel quartiere, attività produttive come la tipografia, la sartoria, il mulino, il panificio… capaci di dare un prezioso sostegno all’intera opera.

Rogate e carità sono i solidi pilastri che animano l’azione del Di Francia. Scrive: «La parola del Vangelo: Rogate ergo Dominum messis, ut mittat operarios in messem suam, preoccupava incessantemente i miei pensieri. Vi era da riflettere: che cosa sono questi pochi orfani che si salvano, e questi pochi poveri che si evangelizzano, dinanzi a milioni che se ne perdono e che giacciono abbandonati come gregge senza pastore? Consideravo la limitatezza delle mie miserrime forze, e la piccolissima cerchia della mia capacità, e cercavo un’uscita, e la trovavo ampia, immensa, in quelle adorabili parole di G.C.N.S.: Rogate ergo Dominum messis, ut mittat operarios in messem suam. Allora mi pareva di aver trovato il segreto di tutte le opere buone e della salvezza di tutte le anime». Diffonde questa preghiera mediante numerose iniziative, istituisce la Sacra Alleanza per il clero e la Pia Unione della Rogazione Evangelica per tutti i fedeli. Fonda il periodico dal titolo significativo «Dio e il Prossimo» per condividere con la gente il Rogate e la Carità.

Muore a Messina, in Contrada Fiumara Guardia, il 1 giugno 1927. Qui si conservano le stanze in cui ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita e dove ebbe l’apparizione della Madonna Bambina, che tanto aveva amato in vita.

Annibale M. è proclamato Beato il 7 ottobre 1990 e Santo il 16 maggio 2004 da Giovanni Paolo II.
Del Rogate aveva scritto: «È tutta la Chiesa che ufficialmente deve pregare a questo scopo, poiché la missione della preghiera per ottenere i buoni operai è tale da dovere interessare vivamente ogni fedele, ogni cristiano, cui sta a cuore il bene di tutte le anime, ma in modo particolare i vescovi, i pastori del mistico gregge, ai quali sono affidate le anime e che sono gli apostoli viventi di Gesù Cristo».

 

Marcella Pistacchio fdz

 

 

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