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Corridoi umanitari: 191 profughi afghani sono arrivati avantieri a Fiumicino, una parte sarà accolta da Caritas diocesane
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Con un volo proveniente da Islamabad, sono arrivati avantieri a Fiumicino 191 profughi afghani grazie ai corridoi umanitari promossi da Conferenza episcopale italiana (attraverso Caritas Italiana), Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese, Arci, d’intesa con i ministeri dell’Interno e degli Esteri.
Caritas Italiana, in una nota, informa che i cittadini afghani, rifugiati in Pakistan dall’agosto 2021, verranno subito trasferiti in diverse Regioni e avviati verso l’integrazione, a partire dall’apprendimento della lingua e dall’inserimento lavorativo. Provvedimenti predisposti in base ad un progetto totalmente a carico degli organismi proponenti, sostenuto da alcune Ong, tra cui Solidaire, che ha contribuito all’organizzazione del volo dal Pakistan, Fondazione Pangea e Nove Onlus, che per mesi hanno messo in sicurezza una parte dei nuclei familiari nelle loro safe house.
I profughi saranno accolti in case e strutture messe a disposizione dalle Caritas diocesane, dalla Comunità di Sant’Egidio, dalle Chiese protestanti italiane, dai circoli Arci, nonché da associazioni e cittadini italiani, che hanno offerto i loro appartamenti per l’ospitalità. Per quanto riguarda la rete Caritas, le diocesi coinvolte sono Catania, Milano e Oppido Mamertina Palmi, che si prenderanno cura di 21 persone.
Con questo arrivo – viene precisato nella nota – Caritas Italiana porta a conclusione il suo impegno di trasferire in sicurezza dal Pakistan e dalla Turchia oltre 300 rifugiati afghani in due anni. “Moltissime famiglie con bambini – viene sottolineato – in questi anni hanno trovato sicurezza e serenità in Italia e in Europa, dopo lunghi periodi di precarietà vissuta nella paura e nel nascondimento. Per alcuni di loro sono stati attivati i corridoi lavorativi che si possono considerare una evoluzione dei corridoi umanitari.
Grazie a questa ulteriore opportunità, i rifugiati hanno avuto una veloce e più efficace integrazione, oltre al fatto che si è potuto rispondere al fabbisogno di imprese che si sono dimostrate sensibili al tema”. Caritas evidenzia che “soprattutto i corridoi umanitari danno l’opportunità a decine di comunità di attivarsi nell’accoglienza. Ciò significa crescere in umanità, valorizzare le risorse del territorio, aprirsi a una visione globale, fare pienamente la propria parte”. “A breve – conclude la nota – si apriranno nuovi corridoi umanitari e lavorativi dalla Giordania per dare forza e gambe ad una intuizione che con il tempo si è trasformata in un progetto che può diventare un modello europeo”.
Redazione da Ag. di inf.