Alle fonti della Poesia: antidoto all’odio e alla verbosità violenta

Redazione1
di Redazione1 Marzo 17, 2024 23:47

Alle fonti della Poesia: antidoto all’odio e alla verbosità violenta

Nel mondo di oggi sono numerose le fonti di inquinamento che minacciano in vario modo la vita sociale. Diverse delle quali prodotte dall’uomo stesso che poi le subisce. Ma fra questi fattori nocivi c’è da annoverarne uno che ha una connotazione più intrinsecamente umana: un fenomeno inquietante dato dal tumultuoso flusso di pensieri animosi che in questo periodo agita in modo particolare l’immaginario collettivo. Una verbosità aggressiva, impregnata d’odio, conflittualità e violenza che si rovescia sulla vita sociale con fiumi di parole infiammanti.

E’ forse per questo antico vizio umano, adesso molto incattivito, che già da tempi remoti i saggi del passato hanno sentito l’esigenza di trovare nella stessa parola, meglio se in forma di versi, quale rimedio da diffondere nel mondo al fine di disinquinarlo, ingentilirlo e migliorarlo.

Diffusione benemerita che fa leva soprattutto su parole significative e accattivanti che esprimono sentimenti ed emozioni, a partire dal “vissuto intimo che porta a soffermarsi sul ‘qui e ora’ dell’esistenza umana”, quale strumento foriero di benefica produzione artistica, al fine di rasserenare, di accarezzare l’anima ed elevare lo spirito. Fra cui specialmente l’emissione che usa le parole espresse mediante la melodia dei versi, che chiamiamo poesia. La principale delle arti, in grado di suscitare emozioni che riescono a valorizzare ed esaltare la sensibilità umana, proteggendola dalle brutture che la circondano, che la deprimono e la feriscono.

Una sorta di antidoto all’odio, dunque, che l’ispirazione poetica è capace di fornire spontaneamente e in abbondanza, proveniente dalla fonte espressiva personale, se si è capaci di esternarla, altrimenti c’è l’aiuto dei poeti. Così, con il flusso delle parole espresse sulle note del melodioso ritmo dei versi, si possono godere impareggiabili momenti emozionanti e rigeneranti.

E’ la risorsa della “Poesia, che riesce a riconoscere e portare alla luce le sensazioni, le emozioni e i pensieri che danno profondità e colore all’esistenza, rendendoli patrimonio comune”. Meglio ancora se è poesia che comunica forme di ricerca, contatto e vissuto con verità sommerse superiori che aprono orizzonti di spiritualità salvifica.

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Alcune poesie di Vittoria Gigante e Rita Fleres:

(V.G.) – Comunione

L’eco roca/ della mia voce/dissepolta/che arcane ansietà/lungo gli alberi/ giallo-rossi/di autunno/mi ha restituito/il mio nome. L’uccello canoro/si è risvegliato/nel mio cuore/sbattendo le ali/contro il muro di silenzio/dell’anima./Ho indossato/ un un vestito infantile/per venirti incontro./Tremando/ho raccolto/la tua pena/di persona viva./Tenterò/ nell’ora della tua paura/ di sillabare la comunione/e chiamarti fratello.

Ti ho sentito soffocare

Ti ho sentito soffocare/fratello/nella tua solitudine/e la voce di agnello/ m’ha trapassato il cuore./Avrei potuto tendere una mano/per raccogliere i tuo grido/ed ora quel gesto mancato/mi ha aperto una ferita nell’anima./Così spesso svaniscono/le parole d’amore/ che pure ci bruciano sulle labbra/che un livido gelo/rende aride e mute.

Spes

Caino continua oscenamente ad uccidere/i morti si ammucchiano sui morti/e si mescolano le urla dei vivi/nelle lingue di tutte le razze./ – Abissale pena – /soffia ancora sul mondo./Afflosciato e calpestato/langue/ il fiore della speranza/ sul suo fragile stelo./Eppure è questo il momento di sperare/ora che si sono spente tutte le lampade.

La pace

La pace è un fiore/ delicato/fatto di luce/che cresce sulla più alta cima/della più alta montagna del cuore./Non puoi raggiungerlo/tanto meno coglierlo/ ma se non cercherai/di inerpicarti/ almeno per un tratto/della ripida salita/non potrai sentire nemmeno/l’inebriante profumo/dei suoi bianchi petali/né la beatitudine/promessa per sempre/ai solitari scalatori/da Colui che è fedele.

(R.F.) – TU CHE NON SEI PIÙ

Il sorriso e i racconti/ho raccolto bambina/in quel mare d’affetto/che spandevi per me./Le tue mani sicure/hanno stretto le mie/e pian piano,/ cresciute,/le mie mani/han tenuto le tue/che tendevi,/tremante,/al finir del tuo tempo./Adesso nel cuore ti accolgo,/il sorriso è velato/ di pianto/per le mani amorose/che non tenderai più.

UNA PRESENZA AMICA

Una presenza amica/sfiora dolcemente/la tua esistenza,/Avverti/ piano,/di non essere più solo/a lottare/nella spirale amara/di ogni giorno./Immagini dimenticate/riaffiorano/a farti sentire/che la vita/cammina con te/sui tuoi passi incerti,/tendendoti/un raggio di sole,/sorretta/dalle umane speranze/per dirti ancora/che hai compagni/al dolore di oggi/e che sarai/con loro/nella luce di domani.

PELLEGRINA

Da sempre Pellegrina/tutte strade in salita./Irto di sassi e spine/il tuo cammino/con la certezza in cuore/di arrivare alla mèta./Singhiozzare in silenzio/e gridare forte “aiuto”/a una folla di sordi,/è stata la tua vita./Io comprendo il tuo cuore/Pellegrina./Cerchi la luce/ della tua purezza,/un afflato vero/che sciolga le paure./Però sai che il cammino disagiato/ti porterà alla vetta/a contemplare/felice e stanca/quell’Infinito Tutto/anelato da sempre./Nel Dio della Pace/ed in Lui solo,/riposerà il tuo andare/e nella vera gioia/sarai felice.

 PREGHIERA

La notte viene piano/leggera,/inavvertita/ ed io/ con occhi stanchi,/ sento/nell’ombra/i pensieri divenire reali/ e le mani/ chiare,/cercare nel buio/ quel gesto infantile/e rituale, della preghiera evocatrice./Le pene del giorno/ sopite e lontane,/sostituite/ da nenie più note,/ricordi,/emozioni/ e poi/chiuso il dolore/ nel cerchio del sogno.

Amuel

 

 

 

 

 

 

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