Pandemia e liturgia: i vescovi argentini, ecco come riprendere subito a celebrare l’Eucaristia con i fedeli

Redazione1
di Redazione1 Aprile 29, 2020 21:40

Pandemia e liturgia: i vescovi argentini, ecco come riprendere subito a celebrare l’Eucaristia con i fedeli

L’esigenza, fortemente sentita dalla Chiesa, di voler tornare a celebrare la Messa con la presenza del popolo, i funerali in chiesa, oltre ai battesimi e a tutti gli altri sacramenti, certo con tutte le precauzioni necessarie e senso di responsabilità, è stato affrontato in modo “ponderato” e “concreto” anche dai vescovi argentini.

Attraverso una lettera del presidente della Commissione della Conferenza episcopale per la fede e la cultura, Victor Manuel Fernández Arcivescovo di La Plata, i vescovi argentini hanno inviato ai loro fedeli un messaggio in cui espongono una “una proposta ponderata e allo stesso tempo concreta, che include suggerimenti ricevuti da vari vescovi”. “Sappiamo che esporsi al contagio è irresponsabile, – affermano –   soprattutto perché implica esporre gli altri al contagio e indirettamente può favorire una situazione di crisi sanitaria che non vogliamo vedere nel nostro paese. Ma c’è un modo di celebrare la Messa che minimizza i rischi e la rende meno pericolosa delle code che vediamo nelle banche e altrove, situazioni coperte dalle normative vigenti”.

“Come ha detto il Santo Padre, in questo contesto non possiamo più pensare di salvarci da soli” e per questo è aumentato anche l’impegno dei servizi caritativi, “ma quando pensiamo di sostenere la vita interiore dei fedeli e di incoraggiarne la crescita, ci troviamo con la seria difficoltà di vederli privati ​​dell’Eucaristia per lungo tempo, prevedendo anche che questa situazione potrebbe durare per diversi mesi”.

Il testo prosegue con un’analisi di alcuni testi fondamentali. “Il Concilio Vaticano II insegna che “nessuna comunità cristiana è costruita se non ha le sue radici e il suo centro nella celebrazione della Santa Eucaristia”. San Giovanni Paolo II ha sottolineato che la Messa “prima di un precetto deve essere sentita come un requisito profondamente inscritto nell’esistenza cristiana”.” E ancora una citazione di San Giovanni Crisostomo: “Puoi anche pregare a casa; Tuttavia, non puoi pregare come nella Chiesa, dove i fratelli si riuniscono ”.

Certo le Messe on line con la comunione spirituale hanno un valore,  e “Dio riversa la sua grazia in questo modo, ma lo fa fintanto che è il desiderio di Cristo presente nell’Eucaristia”, ma “non sarà facile dimostrare che questa situazione dura troppo a lungo, né possiamo semplicemente sperare che la pandemia passi completamente”. Quindi occorre trovare un modo per risolvere la situazione il prima possibile senza trascurare i problemi di salute delle autorità.

Ecco allora le proposte che sono in linea con quelle che vediamo “nelle banche e altrove, situazioni coperte dalle normative vigenti. Per questo motivo, possiamo proporre alle autorità una serie di requisiti obbligatori che facilitano una prossima apertura alla celebrazione eucaristica con i fedeli. “Fondamentalmente si tratta di proporre che, come già fatto a Buenos Aires, la Messa venga celebrata con un numero limitato di persone e che si prenda cura delle distanze necessarie, in modo che non possa più essere definita come un atto di massa”.

Di conseguenza i vescovi argentini prendono l’impegno a garantire:

“1) che ci sia una distanza di due metri tra le persone, sia ai lati che dietro e avanti. Ciò richiederà la rimozione o l’annullamento della metà dei banchi

2) che non vi siano più di due persone per banca

3) che una volta riempiti i banchi  in questo modo, l’ingresso di più persone non sia accettato.

4) che nelle chiese dove di solito c’è un maggior afflusso di persone si moltiplichi il numero delle Messe, in modo che i fedeli siano distribuiti tra sabato e domenica in momenti diversi. Data la capillarità e la vicinanza delle chiese, ciò non influirà sul trasporto.

5) che la Messa non sia celebrata con i fedeli nei santuari più visitati a causa della difficoltà di stabilire un tale controllo. In questi casi, solo gli agenti pastorali che servono nella comunità possono essere invitati a porte chiuse.

6) che alla Messa non vi sia alcuna fila per ricevere la Comunione, ma che i ministri si avvicinano alle persone situate alle estremità delle panchine e mettano l’Eucaristia nel palmo delle mani.

7) che ogni ministro che si avvicina alla comunione si lavi le mani prima e dopo con sapone e metta del gel alcolico.

8) che il saluto della pace e tutti i contatti fisici siano omessi

9) che le messe durino non più di 40 minuti.

10) che l’uscita dal tempio è progressiva e che si evitano i saluti.

11) che le intenzioni per la messa siano ricevute in precedenza solo per telefono, posta o messaggi.

12) che coloro che a causa della loro età non sono in grado di partecipare possano ricevere la comunione nelle loro case.

13) che la dispensa del precetto della domenica sia temporaneamente mantenuta, in modo che le persone che preferiscono le cure estreme non si sentano obbligate a partecipare.

In effetti, prima che fosse dichiarata la quarantena, il numero di coloro che partecipavano alla Messa era già diminuito molto spontaneamente.

La proposta sostanzialmente consiste nel prepararci in anticipo per dimostrare alle autorità che abbiamo un possibile piano in modo che la partecipazione alla Messa non presenti più rischi rispetto alle altre attività già escluse dalle normative vigenti, e che considerino anche questa possibilità all’interno di una quarantena “amministrata”. Se si devono prevedere impatti economici, è anche conveniente valutare quelle cose che forniscono conforto e forza alle persone nei momenti difficili”.

 

 

 

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