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Libertà religiosa e violenza. Open Doors: “Oltre 365 milioni nel mondo i cristiani perseguitati”
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Salgono da 360 a oltre 365 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede. Lo rivela la World Watch List 2024 di Porte Aperte/Open Doors, la lista, presentata oggi, mercoledì 17, a Roma, che denuncia la crescita della persecuzione anticristiani. Il rapporto conferma, fra l’altro, la Corea del Nord come primo Paese persecutore, e L’oppressione islamica una delle fonti principali di intolleranza anticristiana. (Sir)
4.998 i cristiani uccisi per cause legate alla fede; tra i circa 100 Paesi monitorati aumenta la persecuzione in termini assoluti, con 78 Paesi (non più 76) con un livello almeno “alto” e salgono da 11 a 13 i Paesi con livello “estremo”.
Il rapporto è redatto come tradizione da Porte Aperte onlus/Open Doors, su invito dell’Intergruppo per la tutela della libertà religiosa dei cristiani nel mondo. Erano presenti Timothy Cho, esule nord coreano, Fausto Biloslavo, giornalista e saggista come moderatore, Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors, Matteo Giusti, giornalista e saggista e l’onorevole Emanuele Loperfido in rappresentanza dell’Intergruppo.
Il quadro presentato dal rapporto annuale è allarmante. La Wwl 2024 registra il più alto livello di persecuzione da quando viene pubblicata e conferma l’aumento costante degli ultimi anni.
I luoghi più pericolosi al mondo dove essere cristiani. Tra i Paesi dove i cristiani sono più colpiti la Corea del Nord si conferma stabile al 1° posto. “I rimpatri forzati di fuggitivi nordcoreani da parte della Cina, uniti alla politica del regime nordcoreano di tolleranza zero per i cristiani, rendono impossibile vivere la fede cristiana in questo paese”, si legge nella Lista che mostra come i Paesi che mostrano un livello di persecuzione e discriminazione definibile estremo siano passati da 11 a 13. Nelle prime 5 posizioni ci sono 3 nazioni fortemente islamiche, come evidenza del fatto che l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana.
“Impressionante” viene definito il dato degli attacchi e/o chiusure/confische di chiese e proprietà pubbliche cristiane (ospedali, scuole e simili): addirittura 14.766 (da 2.110 Wwl 2023), soprattutto per effetto della strategia di oppressione della Cina (da sola oltre 10.000 casi): va segnalato che dal 2016 ad oggi oltre 30.000 chiese sono state chiuse, confiscate o demolite in Cina. La cosiddetta “persecuzione digitale” rimane uno degli strumenti più efficaci usati dal governo cinese per limitare la libertà religiosa: il cosiddetto “modello cinese” di controllo della popolazione e sviluppo senza diritti viene pericolosamente emulato da altri Stati, a cui la Cina esporta tecnologia a tal scopo.
Rapimenti. Il numero di rapimenti di cristiani, pur diminuendo, rimane alto: 3.906, di cui almeno 3.500 solo nelle 3 nazioni africane
di Nigeria, Repubblica Centrafricana (28) e Congo DR (41). Sono decine di migliaia ogni anno, invece, i cristiani aggrediti (picchiati o vessati con minacce di morte) esclusivamente a causa della loro fede: la stragrande maggioranza di questi casi non viene alla luce, ma un dato minimo di partenza per il periodo in esame va oltre le 42.800 (erano 29.400 l’anno scorso).
Attacchi a case e attività economiche. Gli attacchi a case, negozi e attività economiche di cristiani crescono enormemente da 6.700 a oltre 27.100 unità, creando sovente un danno permanente alla capacità di sostentamento di queste
persone.
Violenza e abusi contro le donne (e non solo). Pur nella difficoltà di raccogliere dati certi sul numero di vittime di stupro e abusi a causa della fede – in molti paesi le denunce sono rare, per ragioni culturali e sociali – la Wwl stima in 2.622 (erano 2.126 l’anno scorso) le vittime di stupri e abusi, a cui si sommano oltre 609 matrimoni forzati. Questi sono la punta di un iceberg ben più imponente. La vulnerabilità domestica, si legge nella Wwl, colpisce specificamente le donne e i bambini appartenenti alle minoranze.
Parlare di libertà religiosa nel dibattito pubblico. “Non solo i massacri e i rapimenti, ma le oltre 14.000 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse, le oltre 27.000 attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una ‘Chiesa profuga’ che grida aiuto”, commenta Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors. “In 31 anni di ricerca, registriamo un costante aumento della persecuzione anticristiana in termini assoluti. Il 2023 è dunque un anno record: 1 cristiano su 7 patisce discriminazione o persecuzione a causa della sua fede: è cruciale – ribadisce Nani – tornare a parlare di libertà religiosa nel dibattito pubblico”.
Redazione da Ag. di inf.