Epifania del Signore: manifestazione di Dio fatto uomo, luce per tutte le genti

Redazione1
di Redazione1 Gennaio 7, 2024 15:40

Epifania del Signore: manifestazione di Dio fatto uomo, luce per tutte le genti

«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». Così i Magi, giunti da oriente da terre lontane, chiedevano dove poterlo trovare. All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, Erode si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». (I.C.)

In tal modo la solennità dell’Epifania ci fa meditare la “manifestazione” del Verbo Incarnato in Gesù Bambino come luce per tutte le genti. Una manifestazione riservata agli emarginati, in una periferia dove ad arrivare per primi sono i più “lontani”. La liturgia celebra questa solennità come il primo dei tre eventi descritti nei Vangeli che manifestano il mistero di luce e di gloria nell’umanità di Gesù di Nazareth: il primo è, appunto, la visita e l’adorazione dei Magi che oggi contempliamo, il secondo è il battesimo di Gesù da Giovanni, quando fu unto dallo Spirito Santo e chiamato Figlio da Dio Padre; il terzo è l’evento della festa di nozze, a Cana di Galilea, in cui Gesù, mutando l’acqua in vino nuovo, manifestò la sua gloria. Nel testo del Vangelo di oggi troviamo i Magi, ossia i dotti dell’Oriente, che studiavano le stelle e possono essere definiti “gli scienziati” del tempo.

Questo ci conferma che, secondo il Vangelo, la scienza umana, la ricerca e lo studio possono essere vie per arrivare alla vera Sapienza che è il Verbo Incarnato. Ciò che sorprende di questo testo è che proprio il Vangelo secondo Matteo, rivolto ai giudei diventati cristiani, sia l’unico Vangelo a raccontarci questo episodio che rende protagonisti dell’adorazione rivolta a Gesù Bambino non solo i pastori, che praticamente erano gli scartati della società del tempo, ma i Magi, persone colte, sapienti, ma straniere, quindi di una sapienza che non appartiene al popolo eletto.

Sant’Agostino in una sua omelia, afferma: «Da pochissimi giorni abbiamo celebrato il Natale del Signore, in questi giorni celebriamo con non minore solennità la sua manifestazione, con la quale cominciò a farsi conoscere dai pagani… Era nato colui che è la pietra angolare, la pace fra provenienti dalla circoncisione e dalla incirconcisione, perché si unissero in lui che è la nostra pace e che ha fatto dei due un popolo solo. Tutto questo è stato prefigurato per i Giudei nei pastori, per i pagani nei Magi… I pastori giudei sono stati condotti a lui dall’annuncio di un angelo, i Magi pagani dall’apparizione di una stella».

Il significato profondo dell’Epifania, allora, sta nell’universalità della fede in Gesù, che è anch’essa compimento di un’antica profezia messianica tratta dal libro del Profeta Isaia, che conferma la venuta dei Magi «Un’onda di cammelli ti coprirà (o Gerusalemme), i dromedari di Madian e di Efa, verranno tutti quelli di Saba, recando oro e incenso e annunziando le lodi del Signore» (Is 60,6). E la profezia indicava perfino i doni che i re stranieri portano al piccolo Re neonato: l’oro per onorare la sua regalità, l’incenso per onorare la sua divinità e la mirra per onorare la sua umanità che affronterà la sofferenza e la morte, infatti la mirra serviva come unguento per le sepolture. L’Epifania, come il Natale, allora, sono misteri di luce, in cui rifulge la potenza della Pasqua di Gesù, passaggio di vittoria della luce gloriosa di Cristo.

I Magi offrono doni, riconoscono in Gesù bambino il Re della gloria e Lo adorano. Per questo possono tornare nelle loro terre per un’altra strada, per una strada nuova, che li porterà a una  vita nuova. Allora in questo giorno santo preghiamo insieme Gesù bambino, il piccolo Re di gloria, che possa manifestare il suo amore a tutti noi, facendoci partecipare sempre di più allo splendore della luce gloriosa di cui ci ha rivestiti, perché, come i Magi, possiamo anche noi iniziare un nuovo percorso, una nuova vita.

O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore. Col cuore colmo di gioia, rendiamo grazie a Dio per i doni del suo amore.

La sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figli    sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti. Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto.

 

 

 

Redazione da Ag di inf.

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