Covid-19 e mafie. Mons. D’Urso: “Immediato sostegno ai più fragili per proteggerli dalla criminalità”

Redazione1
di Redazione1 Luglio 28, 2020 20:09

Covid-19 e mafie. Mons. D’Urso: “Immediato sostegno ai più fragili per proteggerli dalla criminalità”

Il presidente della Consulta nazionale antiusura, mons. Alberto D’Urso, commentando i dati dell’ultima Relazione semestrale della Dia, avverte senza mezzi termini che “La gente ha fame oggi, non bastano le promesse di aiuti per l’anno prossimo”. Senza mezzi termini, inoltre, mette in guardia dai rischi che famiglie e imprese, messe in ginocchio dalla crisi economica ulteriormente aggravata dal Covid-19, possano finire nella rete che la criminalità organizzata tesse specialmente nei momenti di bisogno. E segnala che un altro grave pericolo è la difficoltà di chi ha perso il lavoro a pagare le rate del mutuo per la casa.

La “paralisi economica” provocata dalla pandemia di coronavirus può aprire alle mafie “prospettive di arricchimento ed espansione paragonabili a ritmi di crescita che può offrire solo un contesto post-bellico”. È l’allarme contenuto nell’ultima Relazione semestrale della Dia inviata al Parlamento, nella quale un intero capitolo è dedicato proprio all’emergenza Covid. Il rischio è che le mafie allarghino il loro ruolo di “player affidabili ed efficaci” a livello globale, mettendo le mani anche su aziende di medie e grandi dimensioni in crisi di liquidità. Ma non sono solo le imprese il target a cui le mafie guardano: “Le organizzazioni si stanno proponendo come welfare alternativo a quello statale, offrendo generi di prima necessità e sussidi di carattere economico”, è il preoccupato avvertimento del presidente della Consulta.

Uno dei dati rilevanti della Relazione si riferisce all’azzardo, visto che “giochi e scommesse” sono un settore “attorno al quale sono andati a polarizzarsi gli interessi di tutte le organizzazioni mafiose, in alcuni casi addirittura ‘in consorzio’ tra di loro”. I sempre maggiori profitti “vengono realizzati secondo due direttrici: da un lato la gestione ‘storica’ del gioco d’azzardo illegale, le cui prospettive sono andate allargandosi con l’offerta on line; dall’altro, la contaminazione del mercato del gioco e delle scommesse legali”.

Riguardo al quadro emerso dalla Relazione della Dia con un focus sulle conseguenze del Covid-19, le  dichiarazioni rilasciate al Sir da mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura, confermano quanto la Consulta sta denunciando da mesi. Nei periodi di crisi economica e finanziaria, infatti, il mondo della criminalità prospera perché chi ha denaro lo usa come forma di potere per possedere e sfruttare chi è in stato di bisogno ed è più vulnerabile.

È certo che il coronavirus ha portato un aumento di bisogni perché parecchie persone hanno perduto il lavoro, sottolinea D’Urso, mentre tutto costa di più. La pandemia è venuta a incidere in un ambiente sociale già complesso: nel 2019 il Pil si è ridotto di almeno due punti, ma più in generale siamo all’interno di una crisi non ancora risolta iniziata nel 2008.

E’ assodato inoltre che le organizzazioni criminali non tengono in alcun conto il valore e la dignità delle persone, badando solo al loro profitto, in qualsiasi modo ottenuto. E se ci sono tanti negozianti onesti che non possono riaprire le loro attività per le perdite subite con il Covid-19, vediamo fiorire tanti compro oro perché c’è tanta gente disperata che vende i pochi averi che ha. Questo è lo scenario nel quale stiamo vivendo: lo sappiamo dalla testimonianza diretta di tanti che ci chiedono aiuto.

In relazione all’azzardo, sia quello “legale” sia l’illegale, che secondo la Relazione della Dia, è un settore che fa molta gola alle mafie, D’Urso precisa che per noi l’azzardo legale non esiste e lo Stato in questo caso diventa un biscazziere e non un educatore.

Tra i dati della Relazione, emerge chiaramente che le mafie costituiscono un welfare alternativo sul territori0, e che la criminalità organizzata ha una liquidità immediata da offrire a chi versa in cattive acque, acquisendo nei fatti le attività di chi le si rivolge per ottenere prestiti e, alla fine, resta titolare solo come prestanome. Tra l’altro, precisa mons. D’Urso, ora le mafie sono disposte a prestare denaro agli stessi interessi delle banche, ma mentre queste ultime prima di erogare un prestito “perdono tempo” per avere le garanzie, le organizzazioni criminali hanno come garanzie la manovalanza che così acquistano, le mogli, i mariti, le figlie e i figli dei loro debitori minacciati, la droga, la prostituzione. Quindi, il mondo dell’illegalità ha abbassato gli interessi dei soldi che presta pur di avere un mercato più aperto dove poter operare. Inoltre, si guadagnano così consensi sul territorio perché la gente disperata non può aspettare tempi lunghi, ha bisogno di mettere a tavola il pane quotidiano.

In questo frangente così difficile, in cui tutte le promesse fatte dal Governo su quello che darà l’anno venturo sono tante parole, la Consulta chiede che se ci sono le risorse il Governo non aspetti ancora, ma provveda ad elargirle subito per ridurre il bacino di persone fragili che più facilmente possono cadere nella rete della criminalità. E non dimentichiamo un’altra emergenza, avverte D’Urso, molte persone che hanno perso il lavoro, ora rischiano di perdere anche la casa perché hanno difficoltà a pagare le rate del mutuo.

Le case saranno svendute all’asta. Noi abbiamo chiesto di sospendere le rate almeno fino a dicembre, ma il governo è sordo. Fa le leggi contro l’usura ma poi nei fatti non cerca di stroncare i fenomeni che la favoriscono, mentre è necessario pensare a un sistema economico che sia in grado di produrre e distribuire ricchezza e occupazione, l’unica via per contrastare la povertà e le disuguaglianze.

 

 

 

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