Rivolta degli agricoltori, solidarietà con chi lotta contro il sistema illiberale della Ue

Redazione1
di Redazione1 Febbraio 8, 2024 00:03

Rivolta degli agricoltori, solidarietà con chi lotta contro il sistema illiberale della Ue

La mobilitazione degli agricoltori, provenienti da tutta Europa, contro le pretese dell’Unione Europea che vengono ritenute dannose per l’agricoltura sono in piena attuazione. I motivi principali della protesta sono almeno due: innanzitutto l’obbligo di lasciare incolta una consistente parte dei terreni agricoli, poi la generale politica di accordi commerciali con i produttori extraeuropei. Poi la contestazione degli agricoltori che viene rivolta al dirottamento della politica agricola su posizioni e obblighi giudicati troppo ambientalisti (il cosiddetto Green deal) e a danno della produzione e dei consumatori. Obblighi che, tra l’altro, porrebbero l’agricoltura europea su posizioni poco competitive rispetto al resto delle agricolture degli altri Paesi. (I.C.)

Ora, in Europa gli agricoltori hanno deciso di far sentire la loro voce. Nonostante i giornaloni di regime glissino sui motivi reali delle proteste, cercando di farle passare per la solita difesa corporativa degli interessi di una sola categoria produttiva, gli agricoltori, consapevoli o meno, stanno proteggendo tutti noi dal totalitarismo green di una Europa eterodiretta da lobby di oligarchi, – che hanno fiutato dietro alla dittatura ambientale la possibilità di enormi affari – e in mano ad una burocrazia non eletta egemonizzata da fanatici che dietro una facciata da ambientalisti nascondono il loro vero obiettivo: trasformare il nostro Continente un una nuova versione di una dittatura, in cui la proprietà privata è abolita e dove ogni libertà è condizionata.

Già è stato deciso l’esproprio delle auto private, che dal 2030 non dovranno più essere alimentate da motori a benzina o diesel. Chi se lo potrà permettere potrà acquistare e mantenere solo costosissime auto elettriche mentre a tutte le altre sarà via, via reso impossibile circolare imponendo limiti di velocità assurdi, come a Bologna, o Ztl estese all’intero centro abitato come a Roma. Anche le nostre case sono nel mirino dell’Europa, che ha imposto i costosissimi “cappotti termici”. La pillola per il momento è stata indolcita con gli incentivi statali ma c’è da scommette che questo sarà solo l’inizio e in seguito, come avvenuto per le auto, ci chiederanno case Euro 2, Euro, 3 ecc., costringendoci a frugarci continuamente in tasca, fino a quando chi non potrà più permettersi gli adeguamenti “ecologici” dovrà svendere l’abitazione, magari a qualche multinazionale.

Riguardo alla fine che potrebbe fare la nostra libertà lo abbiamo già sperimentato in occasione della cosiddetta pandemia.

Ma gli oligarchi del World Economic Forum che periodicamente si riuniscono a Davos, in Svizzera, hanno già pianificato pure quale dovrà essere il nostro futuro alimentare.  E infatti i funzionari dell’Unione Europea hanno già liberalizzato la vendita di farine di vermi e insetti mentre sempre più insistentemente i media ci bombardano con “il cibo del futuro” che include le carni artificiali, sulla produzione delle quali il magnate Bill Gates ha già investito milioni di dollari; intanto già si stampano e si vendono nei ristoranti “bistecche” in 3D.

Sempre in omaggio al programma dell’Unione europea Farm to Fork, ritenuto fondamentale per il Green Deal europeo, ricordiamoci la trovata della Regione Emilia Romagna di pagare gli agricoltori per lasciare i loro campi incolti. Questo – assieme alle altre misure che Bruxelles vuole imporre – significherà penuria di cibo, che dovrà essere importato, con aumento dei costi anche al consumo, spingendo sempre più persone a rinunciare alla carne macellata, sostituita dalle alternative artificiali propagandate, appunto, come “il cibo del futuro”.

Speriamo che il Governo Meloni, che nel suo programma ha messo la difesa del Made in Italy tra i primi posti, si schieri decisamente e con forza a fianco degli agricoltori che protestano, ai quale deve andare tutta la nostra solidarietà. Purtroppo stiamo scontando i decenni in cui i nostri partiti di governo e di opposizione hanno mandato a Bruxelles i loro uomini peggiori: incompetenti e assenteisti, i quali poco o nulla hanno fatto per tutelare e aiutare l’agricoltura italiana.

Ricordando che a Giugno voteremo per il rinnovo del Parlamento europeo. Se vogliamo salvare la nostra agricoltura, la nostra salute e la nostra libertà è imperativo andare a votare scegliendo partiti contrari a questa Europa e che ancora vogliono salvare quel po’ di sovranità che ci rimane. Questa volta l’astensionismo non è contemplato e chi non vota sarà nient’altro che complice di questo regime liberticida che ci sta poco a poco strangolando.

 

 

 

 

Redazione da Ag. di inf.

 

 

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