MESSINA – Un interessante libro su San Raineri, il Santo laico poco conosciuto che dà nome alla tipica Falce del porto di Messina

Redazione1
di Redazione1 Luglio 8, 2016 18:29

MESSINA – Un interessante libro su San Raineri, il Santo laico poco conosciuto che dà nome alla tipica Falce del porto di Messina

L’approfondito studio-ricerca sul “braccio di S. Raineri”,  toponimo  identificativo di Messina

Crediamo siano davvero pochi coloro che sanno perché la striscia di terraS. Raineri chiamata Zona falcata, o lingua del Faro – fin dall’antichità nota come luogo rappresentativo di questa città – che circoscrive l’area del porto come un braccio protettivo, abbia questo nome. Altrettanto pochi, anzi pochissimi, pensiamo siano quelli che conoscono la storia di Raineri, il Santo laico dedito al romitaggio, da cui questo sito prende nome.

Pertanto è da considerare meritevole il lavoro svolto dagli autori, Sergio Bertolami e Rosa Manuli, che – con il loro libro (“ex Aqua” – Il Braccio di San Raineri, Ed. Esperiences, Messina) – si sono dedicati con particolare impegno ad un lavoro di ricerca storica, correlazioni, approfondimenti ed elaborazioni ricostruttive di notevole entità, al fine di gettare luce su un personaggio misterioso e controverso, il cui nome, da molti secoli, segna una parte di territorio che più di tanti altri è identificativo della nostra città. Infatti, è dalla caratteristica forma di falce della naturale ansa portuale  (entrata a far parte dei simbolismi della mitologia greca, legata al titano Crono e alla falce con cui ferì il padre Urano) che nell’antichità la città trasse la denominazione di Zancle.

Falce del portoSi tratta dunque di un importante “luogo della memoria”, cioè di uno di quegli spazi fisici investiti di senso evocativo, riferito all’appartenenza a un determinato gruppo, che fa parte di quei siti in cui si condensano le immagini di un passato carico di significati, e da cui l’identità collettiva trae storia, tradizioni e caratteristiche che la contraddistinguono. Per cui, se anche in parte se ne perde la memoria, il fondamento identitario ne rimane indebolito.

Sotto questo profilo, pertanto, c’è da riconoscere maggior merito ai nostri autori, perché,  come essi rilevano, “riconquistare il senso di questo toponimo significa rilanciare l’idea di un recupero d’identità, attraverso cui operare la rinascita di un’area divenuta sempre più inspiegabilmente marginale”; e, aggiungiamo noi, degradata  e Copertina libro ex Aquatrascurata.

Inoltre, per quanto riguarda la presenza a Messina di San Raineri, il  “romitello”  laico e forestiero per tanti versi sconosciuto –  cui è attribuita l’opera generosa di segnalatore a vantaggio dei naviganti  di passaggio nello Stretto –  quanti sanno che per suo tramite, nella nostra città,  si è verificato un evento prodigioso di particolare significato simbolico? Ebbene, Anche di questo ci parla questo libro che consente di poter accrescere la nostra consapevolezza sul prezioso patrimonio di memorie identitarie e di religiosità di Messina  (città che, a ragione, può essere definita una “Terra di Santi” per la sua capacità di attirare  e propiziare santità); per cui leggerlo significa ricavare elementi certamente corroboranti della nostra storia e della nostra identità culturale.

 

 

Anastasio Majolino

 

Redazione1
di Redazione1 Luglio 8, 2016 18:29

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