Covid-19. Cei su Decreto Fase 2, i vescovi italiani: “Non accettiamo di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”

Redazione1
di Redazione1 Aprile 27, 2020 22:18

Covid-19. Cei su Decreto Fase 2, i vescovi italiani: “Non accettiamo di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”

Le disposizioni del nuovo decreto Conte per la fase 2 hanno suscitato la contrarietà dei vescovi italiani: “«Si viola la libertà di culto», hanno dichiarato, contestando che nel nuovo decreto non ci sia alcun via libera alle messe. Dal 4 maggio saranno permessi i funerali, ma con la sola presenza dei familiari del defunto, per un massimo di 15 persone.

In una nota della Cei, Conferenza episcopale italiana, dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, si legge: “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

Nel corso di un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della Cei, il Ministero dell’interno e la stessa Presidenza del Consiglio: “la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria” e “più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.

“Ora – precisa la nota -, dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la Cei presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo. Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.

Palazzo Chigi a tarda serata poi comunica di aver preso atto della comunicazione della Cei e annuncia che nei prossimi giorni ci saranno dei protocolli per le messe: «La Presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della Cei. Nei prossimi giorni –  riferisce una nota – si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza».

“Abbiamo preso atto con preoccupazione della proroga del ‘no’ del Governo alla ripresa delle liturgie nelle chiese con la partecipazione dei fedeli. Condividiamo pienamente e facciamo nostra la posizione espressa ieri sera dalla Conferenza episcopale italiana”. Lo dichiara Mauro Ungaro, presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici): “Guardiamo con attesa all’apertura prospettata nella nottata dal Presidente del Consiglio e confidiamo che il confronto possa portare in breve tempo a soluzioni che salvaguardino la necessaria prevenzione sanitaria, ma tutelino parimenti il diritto costituzionale dei cittadini italiani a vivere la dimensione sacramentale della propria fede”.

 

 

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