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MESSINA – Maria SS. della Mercede, l’antica chiesetta da dove a Pasqua la “Vergine spagnola” esce per incontrare il Figlio risorto
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Tra le risorse del patrimonio storico culturale della nostra comunità, in cui si concentrano realtà, immagini e ricordi di un passato ricco di tradizioni, testimonianze, riti e festività che appartengono all’immaginario comune e concorrono a formare il senso di appartenenza su cui si fonda l’identità collettiva messinese, ci sono soprattutto chiese, luoghi e riti sacri. Uno di questi luoghi simbolo che contribuiscono a dare alla nostra città un’impronta particolare, ricca di significati che evidenziano la spiritualità della sua gente, c’è la chiesetta di Maria SS. della Mercede. Un piccolo e splendido tempio in cui sono custoditi i simulacri della bellissima “Vergine Spagnola” e del Cristo risorto, da cui, nella mattina di Pasqua, si muove la tradizionale e caratteristica processione. Ce ne dà un delizioso racconto Pinella Venuti Bonanno. (A.M.)
“LA VERGINE SPAGNOLA”
e i suoi tre vestiti
La mia casa paterna, sulla via T . Cannizzaro , era muro a muro con la Chiesa Maria Ss. della Mercede in S. Valentino. Fu mio padre, tesoriere della Congregazione, a spiegarmi che la Signora della porta accanto era stata l’ispiratrice dell’ordine dei Mercedari, fondato a Barcellona di Spagna intorno al 1200. Ed è per questo che la Madonna della Mercede, Signora della Grazia gratuita e della Misericordia, porta la mantiglia. E poi, senza alcun dubbio, la Vergine che si mostrava sulla nicchia nell’altare maggiore era la donna più elegante del Rione Portalegni, col suo abito di raso lucente color avorio adornato da bellissimi fiori ricamati con filo d’oro
La Madonna della Mercede ha tre vestiti: il più antico è conservato in bacheca in sacrestia, poi l’abito di tutti i giorni, e infine quello della festa, il più bello, dono di mio nonno materno, il governatore Lillo Bitto, che a suo tempo ha voluto la ristrutturazione dell’antica chiesa.
Ogni anno – quando manca un giorno alla Pasqua – nella Chiesa della Mercede in attesa dell’Alleluja pasquale, si rinnova la tradizione secolare della vestizione della Vergine.
La Confraternita si schiera al gran completo: gli anziani, i giovani, i bambini. La statua di Maria lascia la nicchia in alto e viene deposta davanti all’altare. Sul banco è adagiato l’abito stirato a dovere ed è già esposto il cambio di quei capi di biancheria che qualsiasi ragazza indossa sotto il vestito: la canottiera, la sottoveste con i merletti e i bottoncini sulle spalle.
Tutto è pronto per il cambio della veste! Le donne si dispongono nei banchi; col segno della croce e con il canto Mira il tuo popolo … ha inizio la cerimonia.
Tolte la corona e la mantiglia, la Vergine scopre il suo bel viso con i capelli neri raccolti a chignon e le orecchie adorne di pendenti. Si fa avanti la ragazza con un lino per detergere e rinfrescare il volto e le mani.
Mentre si canta e si prega, ha inizio la spoliazione; viene tolto il pettorale, poi il grembiule e la tunica facendo passare con abilità gli indumenti attraverso le mani incrociate del simulacro.
Che dire? E’ forse questo il momento più indicibile ed emozionante! E’ come se fede e ragione in una dimensione surreale si fondessero in un sussulto. Davanti all’altare ora sembra di vedere una qualsiasi ragazza di paese, a braccia scoperte, con la sottoveste sopra le caviglie e i sandali infradito …
Ultimato il cambio della biancheria, si procede alla vestizione. Entrano in scena le bambine che portano sulle braccia tese i vari pezzi
dell’abito: la tunica, il grembiule, il pettorale. Piccoli gesti sapienti ricompongono poco per volta l’immagine che era scomparsa dal nostro campo visivo quando, per un momento, avevamo creduto che davanti ai nostri occhi ci fosse una semplice ragazza intenta a indossare l’abito della festa.
Ma bisogna attendere che siano poste sul capo la mantiglia e la corona e intorno ai fianchi il grembiulino con gli ex voto, preziosi segni di devozione secolare, per ripristinare l’identità regale della Vergine della Mercede.
Davanti ai nostri occhi infine appare la madre di Cristo che vestita a festa va incontro al Figlio risorto.
Pinella Venuti Bonanno