Cattolici e politica. Appello di Bassetti: “Mai come oggi è fondamentale ricucire e ricostruire” per “guarire l’Italia e l’Europa”

Redazione1
di Redazione1 Gennaio 19, 2019 10:26

Cattolici e politica. Appello di Bassetti: “Mai come oggi è fondamentale ricucire e ricostruire” per “guarire l’Italia e l’Europa”

Fermenti e tensioni diffusi rendono in atto contraddittorie, lacunose e inefficaci le varie forze politiche e sociali sia in Italia che in Europa. Sono fonte di confusione e incertezza che suscitano insoddisfazione, disinteresse e preoccupazione per il futuro. E la mancanza di prospettive produce inquietudini sociali che possono portare ad esiti imprevedibili e non facili da governare. Da parte della Chiesa giungono appelli rivolti ad una maggiore assunzione di responsabilità per i cattolici impegnati in politica: cosa che si impone per una svolta che eviti il precipizio. E’ conforme a questa linea un intervento del card. Bassetti.

 “Il XX secolo ha avuto come collante il cattolicesimo democratico, che trae la sua ispirazione dalla fede e dal rapporto che alcuni uomini e donne hanno avuto con il cristianesimo”. Lo ha messo in evidenza il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, presentando al Senato il libro “I miei santi in Paradiso”, scritto da mons. Leonardo Sapienza e dal giornalista Roberto Rotondo in occasione del centenario della nascita di Andreotti.

“Un rapporto intenso, fermissimo, fecondo”, ha commentato il cardinale: “Così fecondo da attraversare quasi tutto il secolo: dall’appello ai liberi e forti di don Luigi Sturzo del 1919 fino alla morte recente di quegli uomini come Andreotti che a quell’appello, in qualche modo, si sono sempre rifatti. Uomini diversi, con inclinazioni e attitudini differenti, ma che avevano una storia politica in comune la cui paternità risaliva anche a quell’appello di don Luigi Sturzo di cui proprio in questi giorni 

celebriamo il centenario”.

Nel volume edito dalla Lev, ha fatto notare Bassetti, “c’è una lunga carrellata di uomini – e anche di una donna –

che sono stati protagonisti indiscussi del secolo scorso: da Giorgio La Pira a don Primo Mazzolari, da don Carlo Gnocchi a don Zeno Saltini, da Papa Pio XII a Paolo VI, da San Giovanni Paolo II fino a Santa Teresa di Calcutta e San Pio da Pietrelcina. E ancora don Giuseppe Canovai, San Escrivà de Balaguer e il Beato Alvaro del Portillo”. “Una complessa ragnatela di esperienze, storie e rapporti umani – l’ha definita il porporato – che Andreotti ha tessuto già dalla fine degli anni Trenta, caratterizzata da una gravissima crisi economica e dallo sviluppo di alcuni regimi dittatoriali.

“In quell’epoca così violenta e carica di falsi profeti crescevano grandi personalità, grandi

uomini di Dio, tenaci nel servizio e

ardenti nella missione, che avrebbero dato vita, ad un cattolicesimo politico italiano basato

sull’umanesimo cristiano”, ha proseguito Bassetti: “Una civiltà  sulla dignità incalpestabile della persona umana.

“Oggi come ieri, la nostra missione evangelizzatrice si traduce nell’annunciare al mondo intero la luce redentrice del Cristo, come scrivono Sapienza e Rotondo, nel ricucire in modo più giusto e democratico il tessuto sociale del Paese”. Tutte le personalità, laici o consacrati, che entrano in contatto con Andreotti, per Bassetti “hanno un elemento in comune: sono accomunati da un’enorme capacità di capire e rispondere alle sofferenze del popolo. Ma poi durante e dopo la Seconda guerra

mondiale, quando l’Italia era sommersa dalle macerie, questi uomini di fede sono stati accanto al popolo e lo hanno aiutato concretamente a ‘mettere un mattone sull’altro nella ricostruzione sociale e morale del Paese’”.

“Mai come oggi è fondamentale saper coniugare questi due verbi: ricostruire e ricucire”, è il messaggio di Bassetti, “Ricostruire ciò che è distrutto. Ricucire ciò che è strappato. Ricostruire e ricucire con fede, con coraggio, con speranza, per poter “Guarire l’Italia, guarire l’Europa”. Un compito da affidare ai cattolici impegnati in politica, è stato l’appello del Presidente della Cei, nell’’intervento alla presentazione del volume “I miei santi in Paradiso”, che “non è solo un libro su Andreotti, ha precisato, ma ci fornisce la caratura spirituale e

culturale di una generazione di cattolici”, meritevole per aver ricostruito l’Italia dopo le macerie della guerra e aver dato una dignità internazionale ad un Paese sconfitto e distrutto”.

“Lasciatemi dire grazie a quella generazione di cattolici che, con grande lungimiranza, si sono battuti per collocare l’Italia “in un’Europa libera, democratica e di pace. Assegnandole all’inizio quei valori di carità e solidarietà che provengono dalle radici cristiane del continente europeo”. Il porporato ha concluso auspicando che “questa missione di pace e solidarietà sia ancora il cammino del futuro” citando le parole di una lettera che La Pira scrisse ad Andreotti nel 1972: dopo aver evocato la “Madonna” come “guaritrice delle nazioni”, La Pira scrive che occorre “guarire l’Italia e cooperare in modo essenziale alla guarigione dell’Europa – tutta – e del mondo”.

 

 

 

 

Redazione, da Ag. di I.

 

 

 

 

 

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