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L’immagine del Gesù Misericordioso di S. Faustina, riprodotta in tre versioni
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L’immagine del Gesù Misericordioso di S. Faustina, di cui ricorre la memoria liturgica, è una delle immagini sacre più famose al mondo, più venerate. A questa immagine è legato un altrettanto famoso “motto”, una frase: “Gesù confido in te”. Era stato lo stesso Gesù ad affidare alla santa polacca la realizzazione della sua immagine. (AciSt.)
Così si legge nel suo Diario: “La sera (la notte del 22 febbraio 1931, ndr), stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: “Gesù confido in Te!”. Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che venerera’ quest’immagine, non perira’. Prometto pure su questa terra, ma in particolare, nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difendero’ come Mia propria gloria”.
Dovranno però trascorrere alcuni anni prima della realizzazione del quadro. Intanto la santa polacca si era trasferita a Vilnius: città importantissima per la sua biografia perché in questo luogo incontrerà Don Michał Sopoćko (1888-1975), che diverrà suo confessore e padre spirituale. E proprio in questa città, Vilnus, sarà dipinta l’immagine descritta da suor Faustina con queste parole: “Gesù è con la mano destra benedicente, mentre due raggi fuoriescono dal suo cuore”. E continua: “Il raggio pallido rappresenta l’acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il sangue che è la vita delle anime. Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della mia misericordia, quando il mio agonizzante cuore venne aperto con la lancia sulla croce”.
Ma perché proprio in questa città sarà realizzata quella che poi diverrà la “prima” immagine del Gesù Misericordioso? L’ “anello di congiunzione” è dato da Don Sopoćko: vicino alla sua abitazione viveva un pittore, tale Eugeniusz Kazimirowski. Sarà data a lui la commissione di dipingere il quadro: circa sei mesi di lavoro per completare l’opera commissionata, realizzata sotto la stretta supervisione della santa e del direttore spirituale. Così avvenne che la prima collocazione dell’opera fu nella chiesa di San Michele a Vilnius, accanto all’altare maggiore della chiesa, dopo che il 4 aprile 1937 si era avuta l’approvazione dell’arcivescovo di Vilnius, Romuald Jałbrzykowski. Qui rimase per undici anni: si trattava della stessa chiesa dove don Sopoćko era parroco. Facciamo un salto temporale: arriviamo al 1948. Arriva in Polonia il comunismo e la chiesa in cui era custodito il quadro fu chiusa.
Tutto l’edificio della chiesa e lo stesso quadro fu preso illegalmente da un lituano. Una devota polacca e una lituana raccolsero però la tela e la nascosero dapprima in una soffitta e in seguito nella chiesa di Santo Spirito, dove era parroco don Jan Ellert, che però non era interessato all’esposizione della tela e quindi la nascose. Altro salto temporale: 1956. Un amico di Don Sopoćko, Don Józef Grasewicz, decise di mostrare nuovamente l’opera al pubblico: Grasewicz recò con sé, a Nowa Ruda, in Polonia, il quadro. Qui, rimarrà per circa 30 anni. Ma nel 1970 anche questa chiesa fu chiusa e il quadro rimarrà “segregato” in questo luogo per diversi anni.
Nel 1986, il dipinto della chiesa di Nowa Ruda fu segretamente sostituito, ne fu installata una copia e il dipinto originale fu trasportato a Vilnius. Dopo un necessario restauro della tela, nel 1987 il quadro poi fu esposto nell’altare laterale della chiesa dello Spirito Santo appena restaurato. Nel 2005 fu poi trasferito nella Chiesa della Santissima Trinità a Vilnius, elevata al rango di Santuario diocesano della Divina Misericordia. Ma l’immagine che rimane più famosa non è quella dipinta da Eugeniusz Kazimirowski bensì da un altro artista, realizzata circa dieci anni più tardi, nel 1943: il dipinto in questione fu realizzato da Adolf Hyła. La tela fu posta nel santuario della Divina Misericordia di Cracovia. E’ questo il dipinto che conobbe Karol Wojtyła e di fronte alla quale era solito fermarsi in preghiera prima di recarsi nella fabbrica di Lagiewniki, dove lavorava. Le due opere sono differenti in alcuni punti: molto uguali nei tratti somatici e nell’impianto generale. In quello di Cracovia però vi sono i segni della Passione che mancano nell’esemplare di Vilnius.
Ma del Gesù Misericordioso abbiamo anche un’altra versione, uscita dal pennello di di Ludomir Ślendziński. Risale al 1954 e venne eseguito per un concorso pittorico a seguito delle critiche avanzate dalla Conferenza Episcopale Polacca che nutriva delle riserve riguardo la diffusione dell’immagine di Gesù Misericordioso che proveniva da apparizioni private non ancora approvate dalla Chiesa.
Fu così che don Sopoćko – seguendo il suggerimento della Conferenza dell’Episcopato – organizzò un concorso per presentare l’immagine di Gesù che si mostrava agli Apostoli nel cenacolo dopo la Risurrezione e che istituiva il Sacramento della Confessione. Il concorso, a cui presero parte tre artisti, è stato vinto dal quadro uscito dal pennello di Ludomir Ślendziński. Proprio quel quadro, il 5 ottobre dell’anno 1954, nonostante suscitasse alcune riserve artistiche, fu ammesso al culto dalla Commissione Principale dell’Episcopato Polacco. Questo quadro si trova nella cappella della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia-Grochów.